Page 197 - 3613-495-3 Mecella, Galimberti, Open A
P. 197
MARCO AURELIO CON FAUSTINA MINORE NEL CUORE DELL’ANATOLIAa195
sofista sarebbe avvenuta già nel 175, come conferma anche il fatto che Erode
avrebbe scritto a Cassio una lettera brevissima e lapidaria dal seguente con-
tenuto: «Erode a Cassio: impazzisti» (Ἡρώδης Κασσίῳ· ἐμάνης), manife-
stando così la propria totale disapprovazione nei confronti della rivolta. È
sintomatico in proposito il commento di Filostrato: «questa lettera la conside-
riamo non solo un biasimo, ma anche una prova di forza di un uomo che met-
100
teva a servizio dell’imperatore le armi del suo ingegno» . A conferma
dell’avvenuta rappacificazione Marco per un verso lasciò a Erode il delicato
compito di operare delle scelte fra i Platonici, gli Stoici, i Peripatetici e gli
101
Epicurei per le cattedre di filosofia , e per un altro tolse la cattedra ‘uni-
versitaria’ di Atene a Θεόδοτος e la diede all’erodiano Claudius Hadrianus
che rimase nella città fino al 178 e poi fu ‘promosso’ al θρόνος di Roma; dopo
di lui e fino all’età dei Severi la cattedra di sofistica rimase in mano a espo-
nenti direttamente o indirettamente appartenenti alla corrente erodiana, quali
102
Παυσανίας (anche lui passato al θρόνος della capitale) , Εὐοδιανός di Smir-
103
ne e Ἀσπάσιος di Ravenna . In due casi la carriera di questi illustri personag-
gi parve ‘burocratizzarsi’: Claudius Hadrianus ebbe da Commodo la procura-
104
tela ducenaria ab epistulis Graecis e il suo cuore non resse alla notizia ;
Ἀσπάσιος ottenne la medesima promozione da Severo Alessandro. Questi dati
rivelano, nell’acuta visione mazzariniana, non solo come nell’età di Marco
Aurelio gli intellettuali ‘universitari’ fossero divenuti «strumento passivo della
politica dell’imperatore, anzi di un imperatore in conflitto con l’altro», ma an-
105
che come i docenti di Roma fossero burocrati o aspirassero a esserlo .
Al termine di questa solo apparente digressione – in realtà un vero e pro-
prio ‘affondo’ psicanalitico nel vissuto di Marco Aurelio tanto sul piano bio-
grafico quanto su quello politico e culturale – la biografia filostratea del ce-
lebre sofista finisce per rivelarsi una fonte di prim’ordine, proprio perché ca-
pace di offrire in modo esplicito chiavi di lettura effettivamente presenti ma
inespresse nella Historia Augusta e in Cassio Dione. Filostrato, infatti, rivela
apertis verbis per un verso quanto fosse invisa l’Augusta all’illustre retore
ateniese e per un altro quanto quest’ultimo considerasse esecrabile – o per lo
meno lo dichiarasse tale – il ‘folle’ gesto compiuto da Avidio Cassio. E tutto
questo avviene anche nelle Vitae sophistarum mediante il ricorso a carteggi
epistolari – fra Erode e Avidio Cassio o, come vedremo, fra Marco e lo stes-
100 Philostr., VS 2.1.563-564. Sul furor Cassianus C.I. 9.8.6 pr.; BALDINI, 1978, p. 659.
101 Philostr., VS 2.2; Dio Cass., 71.31.3; Zon., 12.3; Lucian., Eun. 3; CORTASSA, 1984, p.
708-711, 734-737; AVOTINS, 1975, p. 313-315.
102 Philostr., VS 2.13.
103 Philostr., VS 2.16; 2.33.627-628. PIR I, A 1262, p. 257; SCHMID, 1907, c. 1153.
2
104 Philostr., VS 2.10.590. PIR IV 2, H 4, p. 45-46.
2
105 MAZZARINO, 1966 =1974, p. 163-164.