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di comportamento tirannico . Anche se i Quintilii presero atto della volontà
dell’assemblea riunitasi ad Atene, fu subito chiaro che l’attacco era stato ac-
curatamente preparato da alcuni accaniti nemici politici di Erode, i quali
avrebbero essi stessi inviato una delegazione a Marco Aurelio nella speranza
di ottenerne una sentenza di colpevolezza contro l’illustre sofista: si trattava
di Claudius Demostratus, il suo antico rivale, Aelius Praxagoras e Valerius
Mamertinus, «tutti appartenenti a quel gruppo assai ristretto di famiglie di
notabili che in pratica monopolizzarono la gestione delle cariche ad Atene
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nel II secolo» . Erode li accusò presso il tribunale del governatore di aver
sobillato il popolo e la lite giudiziaria fu addirittura discussa alla presenza
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dell’imperatore . Così, intorno al 173, a seguito della contesa sorta fra Ero-
de e gli Ateniesi che lo accusavano di aspirare alla tirannide, il sofista do-
vette presentarsi al cospetto dell’imperatore a Sirmium in Pannonia, dove si
trovava in quel momento il suo quartier generale durante la spedizione mar-
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comannica ; gli avversari di Erode ebbero l’appoggio di Faustina e persino
della figlia di tre anni, Vibia Aurelia Sabina, la quale, ancora balbettante e
con tante moine, gettandosi ai piedi del padre, lo pregava di salvare gli Ate-
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niesi , contro il sofista accompagnato dal liberto Alcimedonte – l’aggressore
di Regilla (!) – e dalle sue due figlie gemelle, allevate da Erode come se fos-
sero proprie. Nella notte le due fanciulle sarebbero morte a causa di un ful-
mine abbattutosi nella torre in cui risiedevano: Erode, completamente fuori
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di sé per il tragico incidente , non solo non perorò la propria causa durante
il dibattimento, ma inveì a sproposito persino contro l’imperatore, dicendo di
subire le conseguenze dell’ospitalità data a Lucio Vero poco prima della
campagna partica e accusando l’imperatore di essere completamente soggio-
gato dalla volontà della moglie e della figlioletta (ὅθεν δικάζεις, γυναικί με
καὶ τριετεῖ παιδίῳ καταχαριζόμενος); Marco, tuttavia, si mostrò ancora una
volta molto comprensivo, limitandosi a infliggere pene miti ai liberti di Ero-
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de e risparmiando a quest’ultimo qualunque punizione . Il racconto di Filo-
strato, non chiarissimo né privo di lacune, mostra tuttavia di essere affidabile
79 POMEROY, 2007 = 2009, p. 152-153.
2
80 LEWIN, 1995, p. 49. Philostr., VS 2.1.559-561. PIR VI, P 932, p. 391-392; STEIN, 1928,
c. 951.
81 Philostr., VS 2.1.559-561; OLIVER, 1970, p. 66-72; CIVILETTI, 2002, p. 523 nt. 114.
82 FOLLET, 1979, p. 29-43; OLIVER, 1970, p. 66-71; AMELING, 1983, I, p. 136-151;
2
BIRLEY, 2011 , p. 180-181; MIGLIORATI, 2011, p. 472-473.
83 Philostr., VS 2.1.560: φιλανθρώπως δὲ πρὸς αὐτοὺς ἔχειν αὐτός τε ἑαυτὸν ἐπεπείκει καὶ
τῇ γυναικὶ ἐπέπειστο καὶ τῷ θυγατρίῳ ψελλιζομένῳ ἔτι, τοῦτο γὰρ μάλιστα ξὺν πολλοῖς
θωπεύμασι περιπῖπτον τοῖς γόνασι τοῦ πατρὸς ἐδεῖτο σῶσαί οἱ τοὺς Ἀθηναίους.
84 Philostr., VS 2.1.559-561.
85 Philostr., VS 2.1.559-561; OLIVER, 1970, p. 83; AMELING, 1983, I, p. 146; TOBIN, 1997,
p. 38.