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propriamente storiografica, bensì di tipo biografico, ossia le Vite dei sofisti di
Flavio Filostrato, attivo in quella medesima età severiana in cui operò anche
Cassio Dione. In particolare, i riferimenti a Faustina contenuti nella biografia
di Erode Attico ci offrono in effetti una prospettiva diversa e preziosa pro-
prio perché ‘straniata’ e non focalizzata, almeno in prima istanza,
sull’Augusta e/o su Avidio Cassio, bensì su un altro personaggio, ossia il
famoso retore, la cui personalità ingombrante ebbe indubbiamente su Marco
Aurelio, fin da giovanissimo, un ascendente eccezionale e, a nostro avviso,
anche un elevato potere di ‘condizionamento’ psicologico.
Com’è noto, Erode, ormai divenuto illustre esponente della Seconda So-
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fistica , si trasferì nel 138 a Roma, mosso dall’aspirazione al consolato, che
in effetti ricoprì nel 143, dall’intento di celebrare un matrimonio con
un’altolocata donna romana e dalla necessità di assolvere l’incarico, confe-
ritogli da Antonino Pio, di precettore di retorica greca per i giovani Lucio
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Vero e Marco Aurelio . Quest’ultimo aveva intrapreso gli studi di retorica
intorno al 135 e, a partire dal 138, li aveva proseguiti sotto la guida di Fron-
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tone e dello stesso Erode . A questo soggiorno romano risale un primo pro-
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cesso celebratosi intorno al 141 e intentato al sofista greco da Tiberio
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Claudio Demostrato , che incaricò proprio Frontone di sostenere l’accusa :
oggetto di quest’ultima era la trasgressione delle ultime volontà paterne da
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parte di Erode , il quale avrebbe provocato scontri in città e causato persino
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la morte di un uomo . Questa contesa giudiziaria, «evidentemente sorta a
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motivo del consueto odio fra i notabili cittadini» , mise in grave imbarazzo
l’illustre oratore latino, bene informato degli ottimi rapporti che intercorre-
vano fra il proprio allievo e futuro imperatore, Marco Aurelio, e il sofista
greco. Il retore latino definiva con disprezzo il suo collega Graeculus e con-
siderava se stesso ἀντεραστής, cioè ‘rivale nell’amore’ nutrito nei riguardi
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del comune discepolo Marco . L’affetto di quest’ultimo per il suo maestro
51 Cfr. AMELING, 2013, p. 167-185.
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52 PIR II, C 802, p. 175-182.
53 Dio Cass., 71.35.1. HA Ver. 2.5; HA Marc. 2.4. M. Aur., Ep. ad Front. 1.4.1-8; 1.6.1-
10. Su Erode vd. AMELING, 1983, I, p. 71; TOBIN, 1997, p. 30; JANSEN, 2006, p. 23.
54 Vd. BOWERSOCK, 1969, p. 92-100, che tratteggia un profilo ‘innocentista’ di Erode.
55 Fronto, Ep. ad Ant. P. 3.4.1; Ep. ad Ver. 1.8.1. PIR II, C 849, p. 192-193; PIR I, A
2
2
1203, p. 240; HANSLIK, 1934, p. 25-33; CHAMPLIN, 1980, p. 63-64, 114; CIVILETTI, 2002, p.
520 nt. 102.
56 Fronto, Ep. ad M. Aur. 3.3.2; AMELING, 1983, I, p. 71.
57 Philostr., VS 2.1.548-549; GIGLIO, 1981, p. 552-560; AMELING, 1983, I, 76; LEWIN,
1995, p. 48.
58 Philostr., VS 2.1.549.
59 LEWIN, 1995, p. 48.
60 Fronto, Ep. ad M. Aur. 3.3.3; Ep. ad Herod. 2.1.3; POMEROY, 2007 = 2009, p. 36, 119-
120 su ἀντεραστής.