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190aGAETANO ARENA

                             Tra il 142 e il 143 Erode, già quarantenne, sposò a Roma Appia Annia
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                           Regilla Atilia Caucidia  Tertulla .  Costei  era  nata  a  Roma  intorno  al  125
                           d.C. da Atilia Caucidia Tertulla e Appio Annio Gallo, console del 139 (?),
                           entrambi appartenenti a due antiche famiglie aristocratiche, quelle degli Ati-
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                           lii e degli Annii . Regilla era dunque imparentata con l’imperatrice Annia
                           Galeria Faustina (Maggiore), moglie di Antonino Pio, zia paterna del futuro
                                                                                             70
                           imperatore  Marco  Aurelio  e  madre  di  Annia  Galeria  Faustina  (Minore) .
                           Anche se sfugge l’esatta connessione esistente fra Regilla e le due Faustine,
                           essa,  tuttavia,  non  è  mai  stata  posta  seriamente  in  discussione  da  nessuno
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                           studioso . Tra il 160 e il 161, Regilla perì in una tragica circostanza narrata
                           da Filostrato:
                             venne mossa a Erode anche un’accusa di omicidio espressa in questo modo:
                             sua moglie Regilla era incinta di otto mesi ed Erode, non certo per un motivo
                             serio, aveva ordinato al liberto Alcimedonte di percuoterla; in conseguenza
                             dei colpi ricevuti al ventre, la donna morì per parto prematuro. Convinto della
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                             veridicità del fatto, lo accusò di omicidio Bradua, il fratello di Regilla .
                             Secondo la biografia filostratea, il cognato non sarebbe riuscito a presen-
                           tare al senato romano dati concreti a supporto dell’accusa, mentre Erode, a
                           sostegno della propria innocenza, fece edificare ad Atene il θέατρον in me-
                           moria di Regilla, rinunciò alla carica di proconsole della  provincia d’Asia,
                           coronamento del suo cursus honorum, consacrò gli ornamenti della moglie a
                           Eleusi e fece mostra, invero eccessiva, del proprio lutto, chiudendosi nella
                           propria dimora:



                             68  AMELING, 1983, I, p. 78; TOBIN, 1997, p. 31.
                             69  PIR  I, A 654, p. 111-112; A 667, p. 113-114; A 692, p. 117-118; A 695, p. 118-119; A
                                  2
                           696, p. 119; VON ROHDEN, 1894, c. 2315-2316; PFLAUM, 1964, p. 110-112; AVOTINS, 1973, p.
                           74-75; RAEPSAET-CHARLIER, 1987, I, p. 83-84, n. 66; p. 84 nt. 1; p. 130-131, n. 118; II, stem-
                           mata VIII e XXVII.
                             70  PIR  I, A 697, p. 119-124; A 707, p. 127-128; A 715, p. 131-132; A 716, p. 132-133; A
                                  2
                                                                     2
                           720, p. 134; A 1482, p. 301-303; A 1513, p. 310-311; PIR  II, C 606, p. 138-141; RAEPSAET-
                           CHARLIER, 1987, I, p. 67-69, n. 54; p. 78-81, n. 62-63; p. 83-84, n. 66; II, stemmata XXIV,
                                                                         2
                           XXVI, XXVII, XXIX e XXXVII; LIGHTMAN, LIGHTMAN, 2008 , p. 138-140; CENERINI, 2009
                           b, p. 113-134; AMELING, 1983, I, p. 78-79; II, p. 16-17; BYRNE, 2003, p. 60-63, n. 28.
                             71  SCHULTEFS, 1904, p. 12. Sulla parentela fra Regilla e Faustina GRAINDOR, 1930, p. 83;
                           PAPALAS, 1981, p. 180; AMELING, 1983, I, p. 79; TOBIN, 1997, p. 32; GANGLOFF, 2007, p.
                                                                      2
                           365; POMEROY, 2007 = 2009, p. 4, 18, 99; CLARIDGE, 2010 , p. 418; CAMIA, 2008, p. 27 nt.
                           34; cauta GLEASON, 2008 = 2010, p. 17 nt. 76.
                             72  Philostr., VS 2.1.555: ἦλθεν ἐπὶ τὸν Ἡρώδην καὶ φόνου δίκη ὧδε ξυντεθεῖσα· κύειν μὲν
                           αὐτῷ  τὴν  γυναῖκα  Ῥήγιλλαν  ὄγδοόν που μῆνα, τὸν δὲ  Ἡρώδην οὐχ ὑπὲρ  μεγάλων
                           Ἀλκιμέδοντι  ἀπελευθέρῳ  προστάξαι  τυπτῆσαι  αὐτήν,  πληγεῖσαν  δὲ  ἐς  τὴν  γαστέρα  τὴν
                           γυναῖκα  ἀποθανεῖν  ἐν  ὠμῷ  τῷ  τόκῳ.  Ἐπὶ  τούτοις  ὡς  ἀληθέσι  γράφεται  αὐτὸν  φόνου
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                           Βραδούας ὁ τῆς Ῥηγίλλης ἀδελφός. PIR  I, A 636, p. 108; PAPALAS, 1981, p. 180.
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