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le/probabile dipendenza da oppio . Il nostro imperatore, in fondo, costitui-
sce lo specchio di un’epoca costretta a fare i conti con la dimensione sfug-
gente e inquietante dell’Irrazionale, come ha scritto Mazzarino in una pagina
memorabile del suo trattato:
la peste colpiva un mondo in vario modo offeso da altri fenomeni patologici, un
mondo in cui la configurazione biologica della popolazione presentava un quadro
clinico fortemente caratterizzato da tendenza a crisi neuropsichiche (e, corrispon-
dentemente, da forme di ‘demonismo’ nell’interpretazione dei fatti patologici).
La stessa δεισιδαιμονία περὶ θεούς … non era che un aspetto di questa crisi anche
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patologica, contro cui Marco Aurelio tentava invano di reagire .
A distanza di mezzo secolo la suggestione dell’insigne storico siciliano è
stata accolta da Fraschetti, che, nel suo splendido Marco Aurelio. La miseria
della filosofia, opera postuma pubblicata nel 2008, si era a lungo interrogato
su questi aspetti, legati non tanto alla sfera ‘pubblica’ del personaggio
quanto piuttosto alla dimensione ‘interiore’, ‘privata’, dell’imperatore e ave-
va formulato alcune brevi ma acutissime notazioni, ad esempio laddove ac-
cennava in modo significativo al filone di studi dedicato alla personalità
«duale» dell’imperatore:
come se in lui si fossero contrapposte due identità a tutti gli effetti diverse, al
punto che alcuni studiosi, anche molto dotti, quasi in modo ‘freudiano’… non
hanno esitato a studiare il ‘personaggio’ Marco Aurelio come se l’imperatore
si fosse disteso sul divano di uno psichiatra, di uno psicanalista o seduto in
poltrona di fronte a uno psicoterapeuta, riconoscendo comunque nello stesso
Marco turbe mentali evidentemente molto serie destinate a condizionarne
l’operato durante tutto il suo Impero.
O anche laddove Fraschetti alludeva, in maniera abbastanza esplicita, alla
«complicità» di Galeno quando non addirittura alla vera e propria «dipen-
denza» del sovrano dal suo archiatra, sempre pronto a somministrargli, sotto
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l’ambigua veste di panacea, quotidiane dosi d’oppio . Così, le ombre del
125 ARENA, 2021, p. 135-164.
126 MAZZARINO, 1956 = 1986, I, p. 340.
127 FRASCHETTI, 2008, p. 20 e 23: Galeno avrebbe svolto un «ruolo fondamentale nella
diagnosi delle malattie (molto spesso sicuramente psicosomatiche) di Marco, che faceva am-
pio ricorso … anche a farmaci che contenevano quantità consistenti di oppio»; p. 190-191:
«di fatto, impegnato a discettare sui più vari quanto ‘futili’ argomenti filosofici con i suoi
amici tanto dotti quanto noiosissimi … con una moglie che, in quanto ‘dote’ del suo Impero,
poteva permettersi … di tradirlo spudoratamente, sempre succube delle pozioni contro
l’emicrania approntategli sì da Galeno ma che di fatto lo avevano reso un oppiomane, rimane
un mistero come, in simili condizioni, anche il migliore dei figli – ammesso che Commodo lo