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MARCO AURELIO CON FAUSTINA MINORE NEL CUORE DELL’ANATOLIAa205
ricorrendo astutamente non al solito cliché della critica della condotta della
moglie (presunta) impudica o (presunta) cospiratrice, bensì facendo esplicita
allusione all’incubo ricorrente del suo antico allievo, ossia quello di finire
vittima della νευροσπαστία, di ridursi a un ‘pupo’ azionato da fili mossi
dalla consorte, la quale, ricordiamolo, poteva, tra l’altro, fare leva
sull’enorme senso di inferiorità suscitato nel marito divenuto Augustus ben
quindici anni dopo di lei. Erode, infatti, si permise di ammonire aspramente
Marco dicendogli a chiare lettere di essere comandato a bacchetta dalla mo-
glie e dalla figlia in tenerissima età, pronunciando così un’accusa esplicita
nei confronti dell’Augusta ma non pertinente alla sua dirittura morale né
tantomeno alla sua condotta in politica estera, bensì, molto più concreta-
mente, al suo comportamento in pubblico durante il processo di Sirmium. In-
somma, il matrimonio politico fra Marco e Faustina aveva rappresentato un
‘contratto economico’ per lui ma si era trasformato in una ‘relazione perico-
losa’ per lei.
Così, a differenza dell’Anonimo autore della Historia Augusta, che aveva
avuto bisogno di ‘ricorrere’ a una (falsa) corrispondenza per scagionare Fau-
stina dall’accusa di aver complottato con Avidio – salvo poi attribuire alla so-
vrana un comportamento a dir poco licenzioso –, Cassio Dione non avvertì la
necessità di creare ‘fantasmi’ circa l’infedeltà coniugale, mentre, più concre-
tamente, preferì concentrare, ‘raggrumare’ quasi, le circostanze del decesso di
Faustina nell’espressione εἴτε ἄλλως, ἵνα μὴ ἐλεγχθῇ («o in un modo diffe-
rente, affinché non fosse riconosciuta colpevole»), quasi che l’imperatore, psi-
cologicamente instabile, avesse scelto di autoassolversi in quanto mosso dal
‘nobile’ proposito di salvaguardare l’immagine della moglie, di tutelarne il be-
ne evitandole un processo, ben più scandaloso e rovinoso delle dicerie sulla
sua esuberanza sessuale; i tempi e i modi dell’esecuzione del delitto, però, re-
stano quelli, immediati e rozzi, appena allusi dal ‘sottotesto’ della Historia
Augusta e anch’essi ‘addensati’ nell’aggettivo subiti e nel sostantivo vi (exa-
nimatam vi subiti morbi), quasi a voler indicare la rapidità e la brutalità di un
gesto inconfessabile.