Page 160 - 3613-495-3 Mecella, Galimberti, Open A
P. 160
158aLAURA MECELLA
adottivo, non è escluso che ad alimentarla abbia concorso anche l’ostilità,
condivisa sia dal ceto senatorio che dai più modesti notabilati provinciali, nei
confronti di un imperatore che manifestamente tentò di sostenere una certa
mobilità sociale.
La Historia Augusta è infatti esplicita nel ricordare il favore di Lucio per
il ceto libertino, menzionando anche coloro che acquisirono particolare pre-
minenza: Gemino, Agaclito (cui l’imperatore diede in sposa la vedova di un
32
cugino di primo grado di Marco, Libone ), Cede ed Ecletto. A parte
quest’ultimo – il futuro assassino di Commodo – essi restano per noi figure
oscure, anche perché Marco, alla scomparsa del collega, si affrettò a liberar-
sene; ma è evidente che l’insistenza dell’Anonimo denota la fortuna di una
tradizione che con sdegno collegava il più giovane principe all’ascesa
33
d’individui di bassa e discutibile estrazione . È stato merito di Oliver aver
saputo cogliere gli effetti di questa attitudine nello specifico contesto atenie-
se: attraverso un’attenta analisi degli statuti cittadini, lo studioso ha rilevato
come Lucio, negli anni della sua fortunata campagna militare, abbia favorito,
tanto nella capitale attica quanto in altri centri dell’Oriente romano, la pro-
34
mozione ad alti incarichi locali dei figli e dei nipoti dei liberti .
In quest’ambito, una particolare attenzione sembra esser stata riservata
alla composizione dell’efebia. In età imperiale, essa si era trasformata in una
sorta di scuola superiore volta alla preparazione di uomini politici, letterati e
35
atleti, sebbene non mancasse un addestramento militare di base : ad ac-
cedervi erano soprattutto i rampolli delle élites, sia di origine ateniese che
2
32 CHAUSSON, 2003, p. 107-108; PIR I, A 452, p. 76.
33 HA Ver. 9.3-6. Di Gemino la HA Vita Marci (2.2) ricorda l’abilità nell’arte scenica;
Agaclito viene accusato dall’Anonimo di aver tradito Vero, avendo rivelato a Marco un com-
plotto ordito da quello insieme alla sorella Fabia (HA Ver. 10.4-5). Cfr. anche HA Ver. 8.6:
reversus e Parthico bello minore circa fratrem cultu fuit Verus; nam et libertis inhonestius
indulsit et multa sine fratre disposuit; 8.8: ipse ingenti luxuria debacchatus est cum libertis
suis et amicis paribus …; HA Marc. 15.2: multum sane potuerunt liberti sub Marco et Vero
Geminus et Agaclytus. Si può aggiungere un passo dei Pensieri di Marco Aurelio (8.37), in
cui l’imperatore ricorda il pianto dei liberti sulla tomba del fratello. Sull’evanescenza di questi
2
personaggi cfr. PFLAUM, 1976, p. 184; per Ecletto vd. PIR III 2, E 3, p. 67.
34 OLIVER, 1970, p. 72-84 (sebbene la cronologia della prima lettera imperiale agli Ateniesi
sia stata poi rivista nei successivi studi: sul tema vd. infra, § 3). È vero che, come puntualizzato
da STANTON, 1975, p. 492, nessuna fonte menziona esplicitamente interventi di Lucio in favore
dei liberti, ma la documentazione raccolta da BASLEZ, 1989, p. 31-32 circa la loro partecipazione
all’efebia, «une étape de leur infiltration dans la vie civique», testimonia una ben precisa dina-
mica sociale che certamente non fu promossa da Marco (sul punto si vd. ancora infra, § 3);
d’altro canto, l’ipotesi alternativa proposta da Stanton – un processo tutto interno alla città di
Atene senza alcun intervento imperiale – resta speculativa tanto quanto la precedente.
35 WIEMER, 2011; KENNELL, 2009; KENNELL, 2022, p. 17 (e ibid., p. 14-19 sugli aspetti
culturali dell’efebia ateniese d’età imperiale, in gran parte incentrati sulla memoria delle guer-
re persiane).