Page 155 - 3613-495-3 Mecella, Galimberti, Open A
P. 155
L’ATENE DI LUCIO VERO E MARCO AURELIO TRA RIVALITÀ PERSONALI E TENSIONI SOCIALIa153
correctores Quinctilius Valerius Maximus e Pactumeius Clemens rimanda
8
anch’esso ad una situazione d’incertezza .
Sul piano economico, l’Achaia presentava peculiarità sue proprie rispetto
ad altre regioni: sebbene non mancasse del tutto il fenomeno della concen-
9
trazione di terra nelle mani di pochi possidenti , la piccola e media proprietà
non solo sopravvisse, ma continuò ad essere «indiscutibilmente la scelta in-
10
sediativa nucleare per eccellenza nella chora ateniese» , così come gli affitti
di terre demaniali; le villae rusticae rimasero dunque una minoranza, e molto
11
limitati furono i latifondi imperiali . Questo, naturalmente, rendeva i pos-
sessori di ceto ‘medio’ più esposti alle fluttuazioni del clima e del mercato:
persino le aree più fertili – dove anche in età romana prevalse la produzione
cerealicola (di grano e orzo), affiancata dalla viticoltura e, in alcune zone,
dalla produzione di olio, miele e alberi di fico – conobbero crisi alimentari
significative, e le attività parallele – come la pastorizia (con l’allevamento di
pecore, capre e buoi) o la lavorazione del marmo e del bronzo – non sempre
furono sufficienti a risollevare un sistema economico rimasto sempre struttu-
ralmente fragile, e tendente all’impoverimento.
Se al riguardo la Historia Augusta appare poco loquace, ricordando sol-
tanto fugacemente ribellioni nella provincia Achaia durante il principato di
12
Antonino Pio , gli scritti di Luciano, come si accennava poc’anzi, si rivela-
8 Su Sex. Quinctilius Valerius Maximus, che ottenne come incarico pretorio la correttura
delle città libere d’Achaia, e P. Pactumeius Clemens, che esercitò la correttura su Atene, Te-
2
spie e Platea prima di raggiungere il rango pretorio, cfr. risp. PIR VII 1, Q 25, p. 16-18 e
2
PIR VI, P 37, p. 11-12; GUERBER, 1997.
9 Oltre alla famiglia di Erode Attico, basti pensare ai Flavii di Paiania, agli Aelii del Fale-
ro, ai Claudii di Melite e ai Claudii di Maratona, su cui resta ancora utile WOLOCH, 1969.
10 Documentazione aggiornata in D’ACO, 2013 (con cit. a p. 451).
11 Si vd. nel complesso i contributi raccolti in RIZAKIS, TOURATSOGLOU, 2013.
12 HA Ant. P. 5.5: in Achaia etiam atque apud Aegyptum rebelliones repressit. Del tutto
speculativa l’ipotesi di WALENTOWSKI, 1998, p. 196 di collegare il passo ad una presunta ri-
volta in Grecia sobillata dal cristiano Peregrino, eternato dalla penna di Luciano nel trattato
omonimo: in un elenco dedicato alle nefandezze del personaggio, il Samosatense riporta sol-
tanto che ἄρτι δὲ τοὺς Ἕλληνας ἔπειθεν ἀντάρασθαι ὅπλα Ῥωμαίοις (mort. Per. 19), riferendo
dunque di un’intenzione, non di fatti realmente accaduti. I moti in Egitto – ricordati anche da
Io. Mal., Chron. 11.23-24 (212 39-50 Thurn) – sono invece ricollegabili alla situazione descritta
nel papiro BGU II.372, proveniente dal νομός di Arsinoe e datato al 29 agosto 154, con il
quale il prefetto d’Egitto M. Sempronius Liberalis ordinava a tutti coloro che, per una situa-
zione di difficoltà, erano fuggiti dalle loro dimore per sottrarsi alle liturgie e si erano abban-
donati al brigantaggio, di rientrare nei propri luoghi di residenza entro tre mesi, godendo del
beneficio dell’immunità: il testo è stato studiato da STRASSI ZACCARIA, 1988, secondo cui
l’impoverimento documentato dall’editto e i conseguenti tumulti non sarebbero «da attribuire
ad una carestia dovuta al cattivo andamento dei raccolti, ma piuttosto a circostanze determi-
nate dall’esterno, come, ad esempio, un aumento della richiesta di rifornimenti di grano, forse
provocata a sua volta da circostanze straordinarie quali potevano essere le operazioni belliche
che ancora in quegli anni venivano condotte in Mauretania» (cit. a p. 71). Debole mi sembra