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L’ATENE DI LUCIO VERO E MARCO AURELIO TRA RIVALITÀ PERSONALI E TENSIONI SOCIALIa153

                           correctores  Quinctilius Valerius Maximus e Pactumeius  Clemens rimanda
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                           anch’esso ad una situazione d’incertezza .
                             Sul piano economico, l’Achaia presentava peculiarità sue proprie rispetto
                           ad altre regioni: sebbene non mancasse del tutto il fenomeno della concen-
                                                                    9
                           trazione di terra nelle mani di pochi possidenti , la piccola e media proprietà
                           non solo sopravvisse, ma continuò ad essere «indiscutibilmente la scelta in-
                                                                           10
                           sediativa nucleare per eccellenza nella chora ateniese» , così come gli affitti
                           di terre demaniali; le villae rusticae rimasero dunque una minoranza, e molto
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                           limitati furono i latifondi imperiali . Questo, naturalmente, rendeva i pos-
                           sessori di ceto ‘medio’ più esposti alle fluttuazioni del clima e del mercato:
                           persino le aree più fertili – dove anche in età romana prevalse la produzione
                           cerealicola (di grano e orzo), affiancata dalla viticoltura e,  in alcune zone,
                           dalla produzione di olio, miele e alberi di fico – conobbero crisi alimentari
                           significative, e le attività parallele – come la pastorizia (con l’allevamento di
                           pecore, capre e buoi) o la lavorazione del marmo e del bronzo – non sempre
                           furono sufficienti a risollevare un sistema economico rimasto sempre struttu-
                           ralmente fragile, e tendente all’impoverimento.
                             Se al riguardo la Historia Augusta appare poco loquace, ricordando sol-
                           tanto fugacemente ribellioni nella provincia Achaia durante il principato di
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                           Antonino Pio , gli scritti di Luciano, come si accennava poc’anzi, si rivela-

                             8  Su Sex. Quinctilius Valerius Maximus, che ottenne come incarico pretorio la correttura
                           delle città libere d’Achaia, e P. Pactumeius Clemens, che esercitò la correttura su Atene, Te-
                                                                            2
                           spie e Platea prima di raggiungere il rango pretorio, cfr. risp. PIR  VII 1, Q 25, p. 16-18 e
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                           PIR  VI, P 37, p. 11-12; GUERBER, 1997.
                             9  Oltre alla famiglia di Erode Attico, basti pensare ai Flavii di Paiania, agli Aelii del Fale-
                           ro, ai Claudii di Melite e ai Claudii di Maratona, su cui resta ancora utile WOLOCH, 1969.
                             10  Documentazione aggiornata in D’ACO, 2013 (con cit. a p. 451).
                             11  Si vd. nel complesso i contributi raccolti in RIZAKIS, TOURATSOGLOU, 2013.
                             12  HA Ant. P. 5.5: in Achaia etiam atque apud Aegyptum rebelliones repressit. Del tutto
                           speculativa l’ipotesi di WALENTOWSKI, 1998, p. 196 di collegare il passo ad una presunta ri-
                           volta in Grecia sobillata dal cristiano Peregrino, eternato dalla penna di Luciano nel trattato
                           omonimo: in un elenco dedicato alle nefandezze del personaggio, il Samosatense riporta sol-
                           tanto che ἄρτι δὲ τοὺς Ἕλληνας ἔπειθεν ἀντάρασθαι ὅπλα Ῥωμαίοις (mort. Per. 19), riferendo
                           dunque di un’intenzione, non di fatti realmente accaduti. I moti in Egitto – ricordati anche da
                           Io. Mal., Chron. 11.23-24 (212 39-50  Thurn) – sono invece ricollegabili alla situazione descritta
                           nel papiro BGU II.372, proveniente dal νομός di Arsinoe e datato al 29 agosto 154, con il
                           quale il prefetto d’Egitto M. Sempronius Liberalis ordinava a tutti coloro che, per una situa-
                           zione di difficoltà, erano fuggiti dalle loro dimore per sottrarsi alle liturgie e si erano abban-
                           donati al brigantaggio, di rientrare nei propri luoghi di residenza entro tre mesi, godendo del
                           beneficio  dell’immunità:  il  testo è stato studiato  da STRASSI  ZACCARIA,  1988,  secondo  cui
                           l’impoverimento documentato dall’editto e i conseguenti tumulti non sarebbero «da attribuire
                           ad una carestia dovuta al cattivo andamento dei raccolti, ma piuttosto a circostanze determi-
                           nate dall’esterno, come, ad esempio, un aumento della richiesta di rifornimenti di grano, forse
                           provocata a sua volta da circostanze straordinarie quali potevano essere le operazioni belliche
                           che ancora in quegli anni venivano condotte in Mauretania» (cit. a p. 71). Debole mi sembra
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