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152aLAURA MECELLA
Anzi, è proprio sotto il regno di questo imperatore che si colgono i primi
sintomi di crisi. Esemplare è la vicenda di Lolliano, a noi nota principal-
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mente dal resoconto filostrateo delle Vitae sophistarum : originario di Efeso,
ma insignito della cittadinanza ateniese verosimilmente per i suoi meriti
culturali, Lolliano esercitò nella capitale attica anche la funzione di pritano e
di stratego degli opliti – carica, quest’ultima, ormai slegata dalla milizia e
deputata alla raccolta degli approvvigionamenti e alla vigilanza sul mercato
dei viveri. Il suo mandato venne funestato da una rivolta dovuta alla scarsità
di grano, per la quale rischiò persino di essere lapidato: a salvarlo fu soltanto
l’intervento del filosofo cinico Pancrate, che con un motto di spirito – «Lol-
liano non è un venditore di cibo, ma di parole» – stemperò la tensione e in-
dusse la folla a retrocedere dalla propria furia. La carenza alimentare fu co-
munque così forte da indurre il retore a comprare grano dalla Tessaglia, gra-
zie ai fondi di una colletta promossa presso le famiglie degli allievi (che in
seguito ricompensò impartendo gratuitamente il proprio insegnamento):
nella sua drammaticità, l’episodio illustra bene la sfavorevole congiuntura
finanziaria, conseguenza, forse, delle guerre balcaniche di Traiano, oltre che
di un frangente climatico probabilmente caratterizzato da siccità. Se infatti è
corretta un’intuizione di Paul Graindor, potremmo collegare a questa crisi
l’erezione, sull’Acropoli, di due statue: l’una di Gea, raffigurata nell’atto di
chiedere a Zeus l’invio di pioggia, e l’altra in onore dei Venti (latori di nu-
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vole), secondo l’indicazione di un oracolo .
L’impulso di Lolliano in favore della città è peraltro confermato
dall’opposizione al progetto di vendita dei possedimenti insulari ateniesi,
compresa Delo: anche in questo caso, è difficile non cogliere il peso
dell’indebitamento pubblico, dal momento che Filostrato parla espressamen-
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te di ἀπορία χρημάτων . Se nulla, poi, si può inferire circa la sedizione ricor-
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data nel Demonatte di Luciano , l’invio, da parte di Traiano e Adriano, dei
ne vd. infra, nt. 68. Per la situazione economica ateniese, sostanzialmente regressiva, tra l’età
di Augusto e quella di Adriano, vd. DAY, 1942, p. 177-183.
4 Philostr., VS 1.23. Su Lolliano si vd. in particolare GRAINDOR, 1934, p. 198-203;
AVOTINS, 1975, p. 313, 316, 319; DI BRANCO, 2006, p. 2-4; sulla strategia degli opliti in età
imperiale basti il riferimento a GEAGAN, 1967, p. 18-31.
5 Sulla statua di Gea vd. Paus., 1.24.3 e IG III.166 (Γῆς Καρποφόρου κατὰ μα(ι)ντείαν);
l’esistenza di un monumento ai Venti si ricava da un’iscrizione rinvenuta sulla base di un
gruppo scultoreo originariamente dedicato a Caligola e ad una delle sue sorelle: GRAINDOR,
1914, n. 18 sez. D (ἀνέμων κατὰ μαντείαν), p. 401-407. Per l’ipotesi di connessione tra la de-
dica delle statue e le difficoltà climatiche alla base della carestia del tempo di Lolliano vd.
GRAINDOR, 1934, p. 138-139.
6 Cit. supra, nt. 4.
7 Lucian., Dem. 64: στάσεως δέ ποτε Ἀθήνησι γενομένης εἰσῆλθεν [scil. Demonatte] εἰς
τὴν ἐκκλησίαν καὶ φανεὶς μόνον σιωπᾶν ἐποίησεν αὐτούςꞏ ὁ δὲ ἰδὼν ἤδη μετεγνωκότας οὐδὲν
εἰπὼν καὶ αὐτὸς ἀπηλλάγη.