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COME IL VIAGGIO DI ADRIANO HA INCISO SULLA SOCIETÀ EGIZIANAa147
che i sovrani lagidi avevano saputo rendere sostanzialmente equilibrate e
integrate per oltre tre secoli.
D’altra parte, la progressiva ‘egittizzazione’ della componente greca, al-
meno a partire dal II secolo a.C., con l’apertura ai matrimoni misti tra Greci
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ed Egiziani e con la trasformazione dei cateci in «gentlemen-farmers» ,
aveva conosciuto un’accelerazione importante sotto il dominio romano, fon-
damentalmente a causa delle norme estremamente restrittive di trasmissione
dello status di metropoliti e di apo gymnasiou imposte dai Romani con
l’istituzione dell’epikrisis.
In questo contesto, Adriano promosse la fondazione di una nuova polis in
un territorio per nulla municipalizzato, valorizzando al massimo grado pos-
sibile tutto ciò che era ellenico: efebia, Grandi Giochi posti al livello delle
più reputate competizioni panelleniche, emigrazione di coloni provenienti
dai luoghi in cui i Tolemei avevano soprattutto incentivato il radicamento el-
lenico (Ptolemais, il Fayoum degli insediamenti catecichi …), una costituzione
improntata a quella del più antico insediamento greco in terra nilotica, ed infi-
ne l’epigamia con gli Egiziani, strumento formidabile per ampliare rapida-
mente, nel giro di una sola generazione, il numero degli Antinoeis greci, cui si
aggiunsero poi anche i veterani cui fu attribuito lo stesso titolo. La concessione
di privilegi fiscali ed economici, oltre che di status, mirava ovviamente ad al-
lettare massimamente i nuovi potenziali Antinoiti, i quali risposero all’appello,
pur non sradicandosi dai loro contesti originari, come è ovvio.
Quindi, se un poeta-sacerdote che ha ellenizzato il suo nome e celebrato il
giovane Antinoo è assai ben accetto, molto meno apprezzato appare il clero
egiziano, depositario da sempre dell’identità nazionale e che i Romani, già
da Augusto, intendono privare del ruolo di intermediario privilegiato tra do-
minatori e dominati, come le confische di terre templari scarsamente produt-
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tive mostrano chiaramente .
La tragica fatalità che colpì l’efebico Antinoo in terra nilotica fornì dun-
que un pretesto aureo e altamente drammatico all’imperatore filellenico
Adriano per incidere in modo profondo e politicamente assai lucido nel
contesto di un Egitto che, altamente strategico in seno all’impero, si vuole
ellenico e per nulla ‘egiziano’ alla maniera della tanto temuta, e per questo
attaccata e disprezzata, Cleopatra VII: potremmo azzardarci a dire, un Egitto
‘greco’ nel senso politico di T. Quinzio Flaminino, e non ‘ellenistico’ nel
senso multiculturale tolemaico.
38 MODRZEJEWSKI, 1993; LEGRAS, 2007.
39 LEGRAS, 2015.
40 BUSSI, 2013.