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L’ATENE DI LUCIO VERO E MARCO AURELIO TRA RIVALITÀ PERSONALI E TENSIONI SOCIALIa157

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                           parteciparvi . Attraverso il suo ingresso nel γένος degli Eumolpidi, il prin-
                           cipe entrava a far parte di una delle più venerande istituzioni religiose gre-
                           che, che si impegnò a promuovere attraverso gli atti evergetici di eminenti
                           personalità a lui vicine: oltre ad Erode Attico, è da segnalare la figura di T.
                           Flavius Xenion, senatore di origine cretese particolarmente devoto a Lucio
                           (di cui nella madrepatria Gortina continuò a celebrare la memoria anche do-
                           po il 169), che sostenne finanziariamente il santuario eleusino con una gene-
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                           rosa concessione .
                             La temperie di misticismo religioso che circondò la figura imperiale si ri-
                           flette forse nell’esaltazione della sua pietas da parte del senatore Draconzio –
                           che alla fine del V secolo, in Africa, nel suo poemetto di riparazione indiriz-
                           zato a Guntamundo per ottenere la grazia non mancò di ricordare al re van-
                           dalo i precedenti esempi di pietas e clementia, tratti sia dalla storia sacra che
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                           da  quella  romana   –,  e  nella  notizia,  sinora  ingiustificatamente  negletta,
                           tràdita  da  Mosè  di  Chorene,  secondo  cui  Lucio,  ad  Atene,  avrebbe  anche
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                           fatto costruire un tempio .
                             All’aura di sacralità si accompagnò la foggia del principe ellenistico, evi-
                           dente nell’assimilazione, più volte proposta nella ritrattistica, dell’imperatore
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                           con Dioniso  e tanto biasimata dalla  Historia Augusta. Come già  eviden-
                           ziato da Santo Mazzarino, il biografo latino recepiva una tradizione (l’opera
                           di  Mario  Massimo  filtrata  dalla  Kaisergeschichte  di  Enmann?),  smaccata-
                           mente favorevole a Marco, tesa a stigmatizzare con veemenza tutti i difetti
                           del giovane Lucio: quest’ultimo viene condannato senza appello e presentato
                           come gaudente, dedito al gioco e alle donne e soprattutto poco attento agli
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                           affari di governo . Se questa stereotipata rappresentazione affonda le sue ra-
                           dici nella propaganda diffusa da Marco all’indomani della morte del fratello

                             26  I.Eleusis 483 e I.Eleusis 503, su cui cfr. FOLLET, 1976, p. 135-136; HALFMANN, 1986,
                           p. 210-211; CLINTON, 1989 b, p. 1529-1530 e CLINTON, 2008, p. 361-363, 376-377; BYRNE,
                           2003, p. 358-359; GALLI, 2013 b, p. 269-272; CAMIA, 2017, p. 47, 55-56. Come precisato da
                           OLIVER, 1981, p. 420, lo statuto di Eumolpide non implicava necessariamente l’acquisizione
                           della cittadinanza ateniese.
                             27  Sul personaggio vd. OLIVER, 1952; GALLI, 2013 b, p. 272-275 (e ibid., p. 283-286 per i
                           coevi interventi di Erode Attico a Eleusi); CAMIA, 2017, p. 53, 61.
                             28  Drac., Satis. 188: vir pietate bonus. Per l’interpretazione del passo, dove Lucio è confu-
                           so  con  Commodo,  cfr.  MAZZARINO,  1963,  p.  34-40;  contrario  all’identificazione  proposta
                           dallo studioso italiano, tra gli altri, CLOVER, 1988.
                             29  Mos. Chor., 209 Thomson, su cui vd. ROSSIGNOL, 2012, p. 39.
                             30  GALLI,  TENTORI  MONTALTO,  2014,  p.  281-282.  Nel  peculiare  legame  con  l’universo
                           culturale greco Vero poteva certamente vantare un’eredità adrianea: come scrive ROSSIGNOL,
                           2020, p. 192, «Verus pouvait entrer dans la ville de Thésée comme le petit-fils du refondateur,
                           renouant avec l’esprit philhellène et voyageur de celui qui l’avait choisi pour régner un jour».
                             31  Cfr. ancora MAZZARINO, 1963, p. 34-40. Per la tendenziosa rappresentazione del bio-
                           grafo latino si vd. anche il classico LAMBRECHTS, 1934, in particolare p. 176-192; rassegna
                           più recente sullo stato della documentazione in FÜNDLING, 2009.
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