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La sostenibilità sociale. Spunti di riflessione per un inquadramento        45


            siano esse ascritte o volontarie, implicandole in un processo continuo di
            interazione e confronto, che si incentra sulla rivedibilità delle scelte. La speci -
            ficità di questo approccio risiede in particolare nel non riferirsi a un’universalità
            neutrale 137 , posta in termini assoluti o oggettivi, tesa a omogeneizzare o
            assimilare in un tutto indistinto l’irriducibile pluralità delle individualità;
            piuttosto, nell’ottica della inclusione sociale, la differenza, assunta come valore
            universale, costituisce una risorsa che può disporre un ordine comprensivo, ca -
            pace di accogliere, comporre e ricomporre le diversità (ineliminabili) che carat -
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            terizzano essenzialmente il tessuto sociale .
               A partire dal tratto, ineliminabile, della differenzialità (così come emerge dal
            concetto stesso di identità), le politiche inclusive si dispongono entro tale
            quadro plurale, considerando le differenze non già come «un inconveniente da
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            rimuovere» , ma come un valore da preservare e tutelare, proprio al fine di
            garantire la piena realizzazione della socialità. Esse intervengono infatti nelle
            relazioni intersoggettive al fine precipuo di realizzare un ordine di giustizia equo,
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            egualitario ; raccolgono, così, una delle sfide maggiori per i nostri tempi, che
            consiste nell’identificare le modalità tramite le quali gestire le differenti istanze
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            che si manifestano entro il contesto umano . Si tratta di un obiettivo a cui
            certamente si orientano anche le strategie di sostenibilità e rispetto al quale
            diviene allora possibile rilevare come le politiche inclusive incontrino e si
            intreccino con quelle sostenibili, nutrendosi e rafforzandosi reciprocamente.





               137  Il tema della neutralità, assunta come punto prospettico per valutare e ordinare
            le differenti preferenze sulle opzioni morali in modo equilibrato e imparziale, è stato
            ampiamente discusso nella riflessione teorica; si rimanda, tra altri, a S. Veca, Etica poli -
            tica, cit.. Per una riflessione critica sulla questione della possibilità di una conoscenza
            og get tiva, in particolare, si veda: T. Nagel, Lo sguardo da nessun luogo, tr. it. Il Sag -
            giatore, Milano, 1994.
               138  Cfr. I. M. Young, “Polity and Group Difference: A Critique of the Ideal of
            Universal Citizenship”, in Ethics, 1988, n. pp. 250-274, ivi, pp. 273-274.
               139  Si veda, in tal senso, F. Gentile, Intelligenza politica e ragion di Stato, Giuffrè,
            Milano, 1983, p. 45.
               140  Il tema della giustizia è questione complessa e sono infatti molteplici le teoriz -
            zazioni che ne hanno elaborato una definizione. Ivi, si procederà secondo la prospettiva
            specifica, seppure non scevra da problematicità, elaborata da Amartya Sen: il tratto che
            la caratterizza è infatti l’incompletezza, assunta come modalità che spinge a una continua
            rielaborazione; un tratto che sembra adeguarsi perfettamente al tentativo di inquadrare
            le pratiche di sostenibilità e inclusione sociale. (Cfr. A. Sen, L’idea di giustizia, tr. it.,
            Mondadori, Milano, [2009], 2010).
               141  Cfr. A. Gutmann, “The challenge of Multiculturalism in Political Ethics”, in
            Philosophy and Public Affairs, 22, n. 3, 1993, pp. 171-206.
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