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La realizzazione della qualità della vita nelle «città sostenibili»             143


            elemento chiave per la crescita (culturale) complessiva della società in
            particolare delle fasce più deboli in perfetta realizzazione del combinato
            disposto degli artt. 2, 3, c. 2 e 9 Cost.
               L’attenzione riesce così a spostarsi dal bene culturale alle esigenze (culturali)
            della collettività o anche dei singoli che divengono parti attive della propria
            crescita.


            18. Conclusioni

               Dall’analisi condotta si rileva come l’idea di «città culturale sostenibile»
            costituisca un modello di difficile attuazione, destinato ad impattare fortemente
            sul nostro sistema e la cui implementazione richiede un radicale cambiamento
            di prospettiva.
               In disparte ogni discorso relativo al ruolo di volano economico che il
            patrimonio culturale può giocare all’interno della città, occorre ribadire che,
            allo stato attuale, manca come si è visto una normativa ad hoc che disegni uno
                                                                          100
            statuto generale di «città culturale sostenibile» nel senso descritto .
               Va invero rimarcato come la città costituisca un oggetto complesso e che tale
            complessità non paia suscettibile di semplificazioni. La ragione è che la città
            rappresenta la locuzione sintetica dell’incontro tra urbs e civitas e delle infinite
                                                101
            dimensioni in cui esse si compongono , con la conseguenza che la compren -


               100  A livello generalissimo, peraltro, è stato osservato con una certa amarezza come
            “Neppure una straordinaria opportunità come il PNRR (in cui il volano all’innovazione
            è costituito dal dovere di adempimento alle condizionalità europee) pare aver fornito
            una sollecitazione in direzione di un autentico rinnovamento della legislazione
            urbanistica. L’affastellarsi di una serie di misure a carattere puntuale (dal piano borghi,
            alle forestazioni metropolitane, senza tralasciare le misure su distanze e deroghe per
            favorire la rigenerazione urbana e gli interventi di finanziamento di interventi
            rigenerativi concentrati prioritariamente sul patrimonio pubblico) non lascia affatto
            trasparire una distinta percezione dei problemi che pone la condizione attuale delle città
            e dei territori e segna piuttosto la distanza che separa da una disciplina adeguata all’agenda
            del presente”. (E. BOSCOLO, Oggetti, funzioni, cit., 14).
               101  Tali dinamiche erano peraltro state colte lucidamente dalla Dichiarazione di
            Hangzhou del 2015 che aveva posto l’accento posto sul fatto che «i modelli urbani sono
            differenti e che il cambiamento dinamico delle città è costante» e che pertanto è
            necessario evitare «modelli standardizzati e prescrittivi in favore di un approccio
            integrato, innovativo e adattativo ai differenti contesti». Sulla difficile configurazione
            di un vero e proprio diritto delle città, cfr. F. GIGLIONI, Verso un diritto delle città. Le
            città oltre il Comune, in E. CARLONI, F. CORTESE (a cura di), Diritto delle autonomie
            territoriali, Wolters Kluwer, 2021, 267 ss.
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