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La realizzazione della qualità della vita nelle «città sostenibili» 147
che i rapporti di partenariato siano garantiti nel tempo a prescindere dal colore
politico del governo territoriale coinvolto: è infatti la comunità che dà il senso
di continuità e di trasmissione.
Solo così sarà infatti possibile che si dispieghino le effettive potenzialità delle
città quali incubatori di sperimentazione culturale in grado di attivare energie
anche “dal basso” e, al contempo, quali «luoghi strategici della democrazia
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vivente» al cui interno si inventano forme di democrazia partecipativa .
Tutto questo va inoltre collocato nella dimensione globale propria dello
sviluppo sostenibile. Le città e la loro dimensione culturale non sono realtà
isolate e autoreferenziali. Va infatti ricordato che il target 11.4 dell’Agenda 2030
parla di patrimonio culturale e naturale “del mondo”, espressione che enfatizza
il collegamento tra le città (e, dunque, tra comunità e tra individui) proprio
attraverso il patrimonio culturale di cui ciascuna di esse è custode, nell’interesse
dell’intera umanità (in quanto destinataria di ogni azione improntata allo
sviluppo sostenibile); per altro (ma convergente) verso, si ricordi inoltre come
il patrimonio del mondo è costituito da tutti i patrimoni delle singole comunità
sociali e, soprattutto, dalla ricchezza delle differenze, che incontrandosi sono
in grado non già di annullarsi ma di ri-generarsi dando luogo a nuove realtà. Si
tratta in fondo di dare attuazione all’art. 9 della nostra Carta Costituzionale la
cui collocazione tra i principi fondamentali ne enfatizza il ruolo irrinunciabile
di strumento di crescita del pluralismo culturale, in quanto strumento di
sviluppo della personalità dei singoli e quindi della collettività, ricordando che
«patrimonio artistico è diventato un luogo dei diritti della persona, una leva di
costruzione dell’eguaglianza, un mezzo per includere coloro che erano sempre
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stati sottomessi ed espropriati»
Un auspicio per concludere, citando la Conferenza internazionale del -
l’UNESCO dedicata a Politiche Culturali e Sviluppo Sostenibile: «culture is a
global public good» e come tale deve essere inclusa come vero e proprio
«obiettivo specifico a sé stante» nell’Agenda di sviluppo «oltre il 2030».
107 B. AUBY, op. ult. cit., 17.
108 Così T. MONTANARI, L’art. 9: una rivoluzione (promessa) per la storia dell’arte, in
A. LEONE, P. MADDALENA, T. MONTANARI, S. SETTIS, Costituzione incompiuta. Arte,
paesaggio, ambiente, Einaudi, Torino, 2013, 52.