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I SEVERI IN NUMIDIA A CIRTA E NEL SUO TERRITORIOa275
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dia, se considerate a sé stanti, non costituiscono prove inoppugnabili . Tut-
tavia, i contro argomenti avanzati da Kotula sono quasi esclusivamente ex
silentio; e non può sfuggire che, nell’insieme, la ricchezza, la varietà e la
concorrenza degli indizi a favore di tale soggiorno appaiono stringenti.
Personalmente credo alla realtà del viaggio e sono convinta, come
Guédon ma già Hasebroek e Halfmann e, in fondo, lo stesso ‘dissidente’
Kotula, che non basti concentrare l’attenzione su una sola città (Lepcis Ma-
gna), e su una sola tipologia documentale (storiografia o archeologia).
Prima di passare alla parte centrale del mio intervento, pare opportuna
ancora qualche precisazione sull’epoca del viaggio e sul possibile itinerario.
Riguardo l’epoca, Anne Daguet-Gagey riprende un’idea a suo tempo
avanzata da Julien Guey e poi condivisa nella sostanza da Mireille Corbier,
Anthony Birley, Helmut Halfmann e Orietta Cordovana: il viaggio severiano
si sarebbe svolto tra il 202 e il 203 – più precisamente nell’arco di tempo
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compreso tra il secondo semestre del 202 e il 10 giugno del 203 –, in
compagnia di Giulia Domna, di Caracalla con la sposa Plautilla, di Geta, di
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Plauziano e forse di suo fratello Settimio Geta .
Quanto all’itinerario, tre sono le principali ipotesi formulate nel tempo,
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riportate sempre da Guédon : la prima è quella di Hasebroek che considera
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certo il passaggio a Cartagine e Lambesi, sulla base delle dediche datate ; la
21 KOTULA, 1985, p. 155: «un vasto panorama di molteplici e vari documenti letterari,
numismatici, epigrafici e archeologici dovrebbe riflettere, in modo diretto o indiretto, la realtà
del fatto africano in questione».
22 Dal 9 al 15 aprile 202 si celebrarono i decennalia di Severo, l’arrivo degli imperatori a
Roma e il matrimonio di Caracalla con Plautilla (Cass. Dio, 76.1.1-5).
23 Data dell’iscrizione urbana degli equites singulares Augusti che celebra il ritorno
dall’expeditio felicissima (AE 1935, n. 156 e 1954, n. 83 = SPEIDEL, 1994, p. 83-84, n. 58;
EDR 033784, con bibliografia aggiornata): Coll(egi) eius(dem) cur(atores) ob | redit(um)
[e]x[p]ed(itionis) felic(issimae) | in ur[b](em) sacr(am), inm(agines) (!) s(acras) | con(lato)
suo cu(raverunt) ac nom(ina) sua | insti[t]uerunt (alle righe seguenti i nomi dei soldati che
curano l’operazione e alle l. 15-19 la data). Interessante notare che la medesima espressione
(ob reditum expeditionis felicissimae) compare anche in CIL VI.36847; EDR 180480, datata
tra 201 e 225 d.C.
24 Con quest’arco cronologico sostanzialmente concorda CORDOVANA, 2007, che tuttavia
non entra nel dettaglio dei mesi: «il periodo compreso tra il 202 e il 203 è quello
dell’inaugurazione di numerosi monumenti nella ristrutturazione urbanistica severiana, che
riteniamo contestuale al viaggio della famiglia imperiale in Africa» (p. 277); e ancora: «nel
202-203 la visita imperiale poteva ben inquadrare una diversa serie di eventi, anche quelli di
contenuto giuridico, ignoti e forse incomprensibili per la massa incolta dei più, ma registrati
nella asciutta ed essenziale linearità legislativa della cancelleria imperiale» (p. 278).
25 GUÉDON, 2006, p. 715-718.
26 Per Lambesi, Hasebroek ricordava CIL VIII.2557, datata al 22 agosto 203 d.C., troppo
tarda per essere realizzata alla presenza della famiglia imperiale, dal momento che il ritorno a
Roma deve essere avvenuto, come detto, entro il mese di giugno. Le iscrizioni lambesitane
sono ricordate anche da HALFMANN, 1986, in particolare p. 51, 216-223.