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260aRICCARDO BERTOLAZZI

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                           Papiniano ,  l’insigne  giurista  che  poi  divenne  suo  prefetto  del  pretorio, e
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                           che nel corso della sua carriera senatoria ricoprì l’incarico di iuridicus , in-
                           dica che egli dovette accontentarsi di una più modesta formazione tecnico-
                           giuridica.  Doveva  esistere,  del  resto,  una  precisa  tradizione  storiografica
                           sulla non sempre eccellente padronanza della cultura greco-romana da parte
                           di Severo e della sua famiglia: secondo l’HA, il suo latino conservò sempre
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                           un accento africano , e una volta fu persino costretto a rimandare in Africa
                           una  sua  sorella  che,  venuta  da  Lepcis  a  fargli  visita,  sapeva  esprimersi  in
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                           questa lingua soltanto a stento . Tuttavia, ciò non impedì a Severo di avere a
                           corte intellettuali di un certo prestigio, anche grazie all’influenza di Giulia
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                           Domna , e di far sì che i suoi figli ricevessero la migliore educazione possi-
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                           bile ,  il  che  conferma  il  suo  interesse  per  la  cultura  e  l’erudizione  e  per
                           l’apprendimento in generale.
                             Sotto  questo  aspetto,  le  differenze  con  Adriano  e  con  le  scelte che
                           quest’ultimo fece nel corso del suo viaggio sono assai evidenti. A differenza
                           di Severo, Adriano ricevette, su impulso di Traiano, un’ottima educazione,
                           che gli permise di sviluppare il suo ben noto legame con la cultura classica e
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                           segnatamente con quella greca . Per quanto riguarda il viaggio in Egitto, il
                           suo filellenismo appare evidente nella visita al Museo, dove, secondo l’HA,
                           pose numerose questioni ai professori che lo frequentavano salvo poi darsi le
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                           risposte da solo . I toni grotteschi di questo aneddoto potrebbero far dubita-
                           re  della  sua  autenticità,  ma  sarebbe  d’altra  parte  difficile  sostenere  che
                           Adriano non avesse nessun interesse per il Museo, visto che nominò membri
                           di questa istituzione il suo amico e consigliere Antonio Polemone e il sofista
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                           Dioniso di Mileto . Notevoli sono poi i versi che, come già notato nella se-
                           zione precedente, Adriano compose e fece incidere sulla tomba di Pompeo e
                           sul colosso di Memnone. Da sottolineare, infine, l’escursione nel deserto tra
                           Egitto e Libia per la caccia al leone in compagnia di Antinoo, un’iniziativa
                           che avvicinava Adriano ai re ellenistici e alla quale venne dato parecchio ri-
                           salto, visto che la possiamo vedere nei tondi adrianei incorporati nell’arco di




                             52  HA Car. 8.2.
                             53  HA Sev. 3.3-4.
                             54  HA Sev. 19.9.
                             55  HA Sev. 15.7.
                             56  Tra i personaggi più in vista che ebbero rapporti con Severo si possono ricordare Gale-
                           no  (XIV  217-218  Kühn)  ed  Elio  Antipatro  (Galen.,  XIV  218  Kühn;  Philostr.,  VS  2.24;
                           2.25.610-611). Sul clima intellettuale alla corte di Severo, vd. l’analisi di BURASELIS, 1991.
                             57  Cass. Dio, 78.11.2 a proposito di Caracalla, sull’educazione del quale vd. MECKLER, 1999.
                             58  Su questi aspetti, vd. in generale BIRLEY, 1997, p. 10-20 e passim.
                             59  HA Hadr. 20.2.
                             60  Philostr., VS 1.22 (Dioniso) e 25 (Polemone).
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