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IMPERATORI SUL NILO: IL VIAGGIO DI SETTIMIO SEVERO IN EGITTOa265
le terre al di là dei suoi confini esercitassero su di lui un fascino del tutto
particolare, stimolando sia la sua curiosità sia il suo interesse per le vicende
di queste regioni. Appare dunque plausibile che attraversando ‘i confini
dell’Etiopia’ Severo intendesse continuare il suo viaggio turistico e al con-
tempo visionare di persona la situazione nell’estremo sud della provincia.
3. Conclusioni
Le notizie che possediamo sulla permanenza di Severo in terra egiziana
mettono in luce importanti aspetti legati alla sua personalità e al suo stile di
governo. Particolarmente evidente appare la volontà di migliorare le proprie
conoscenze in campo storico e naturalistico, un atteggiamento che si può
collegare alla sua indole curiosa, così come anche al suo rimpianto di non
aver ricevuto un’educazione di alto livello. All’interesse per la cultura egizia
si possono anche connettere la devozione per Serapide e l’attenzione verso
l’occulto, segnatamente per quanto riguarda le pratiche divinatorie, che egli
associò spesso all’ottenimento e al mantenimento del potere. Per quanto ri-
guarda lo stile di governo, è opportuno sottolineare, invece, l’intensa attività
legislativa con i provvedimenti volti a rendere la struttura amministrativa
dell’Egitto più uniforme a quella delle altre province, sforzandosi di diffon-
dere, oltretutto, l’applicazione del diritto in una regione dove i costumi gre-
co-romani erano penetrati meno in profondità rispetto ad altre aree
dell’impero. Ciò sembra attribuibile alla sua formazione di giurista e
all’esperienza di amministratore accumulata nelle province durante il suo
cursus senatorio. Notevole, in tal senso, è la differenza con Adriano, la cui
formazione più ‘alta’ lo portò ad avere un approccio al mondo egizio di tipo
più intellettualistico e a focalizzarsi sulla diffusione di usi e costumi elleni-
stici attraverso l’attività propagandistica ed edilizia. I viaggi di Adriano e
Severo in Egitto mostrano, in buona sintesi, differenti attitudini verso il go-
verno delle province. Nel primo si può riscontrare un modo d’agire ancora
incardinato sulla centralità della cultura occidentale, mentre nel secondo si
nota un atteggiamento meno ideologico e più pratico, sicuramente più tipico
delle élites provinciali culturalmente meno radicate in Italia e in Occidente, e
forse proprio per questo più sensibili ai temi dell’inclusione e della riduzione
delle diseguaglianze nella compagine politica e sociale dell’impero.