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MARCO SUL DANUBIO TRA FOSFORO E MIELE. L’IMPERATORE E I SUOI COMITESa225

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                           rettive dei governatori di Cappadocia, Statius Priscus e poi Iulius Severus .
                           È plausibile che la legione venisse poi trasferita a combattere nell’Alta Me-
                           sopotamia  (165)  e  prendesse  parte  all’assedio  vittorioso  di  Nisibi  (Nusay-
                           bin), l’importante città carovaniera della Mygdonia, posta nell’alta valle del
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                           fiume Chaboras (Khabur) . Verus venne dunque gratificato con il consolato
                           suffetto,  che  rivestì  nel  bimestre  marzo-aprile  del  166,  in absentia;  nella
                           mancanza di fonti epigrafiche utili, si potrebbe ipotizzare che, in occasione
                           del consolato,  egli  si  fosse  recato  alla  corte  di  Lucio  Vero  in  Antiochia  e
                           avesse ricevuto il titolo di comes. In ogni caso, pochi mesi dopo, il consolare
                           Martius Verus subentrò a Iulius Severus nel governatorato della Cappadocia,
                           che tenne poi per quasi un decennio, fino alla rivolta cassiana del 175 (alla
                           quale non aderì).
                             Il più famoso tra i duces fu Avidio Cassio: nel 163 partecipò al severo
                           addestramento dell’exercitus Syriacus; prese poi il comando della legio III
                           Gallica (Raphaneae, Syr.) e, al contempo, di quell’intero corpo d’armata che
                           avrebbe intrapreso la via dell’Eufrate, discendendo il fiume fino ai centri ne-
                           vralgici dell’impero partico. A lui possono attribuirsi i grandi successi otte-
                           nuti, tra il 164 e l’estate del 165, dalla presa delle piazzeforti del Medio Eu-
                           frate  (Dausara,  Nicephorium,  Doura Europos)  al  saccheggio  delle  ricche
                           metropoli del Tigri, la città carovaniera di Seleucia e la residenza regale di
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                           Ctesifonte . Lucio Vero non volle tuttavia che le truppe di Cassio rimanes-
                           sero a occupare Mesopotamia e Assiria; dopo la loro marcia di rientro in Sy-
                           ria, funestata dall’imperversare della peste antonina (a quanto pare contratta
                           dai soldati romani nell’assedio di Seleucia), nel 166 Cassio si sarebbe spo-
                           stato in Arabia per rilevare il comando della legio III Cyrenaica e condurla
                           nella  cosiddetta  guerra  arabica  e/o  medica,  una  fulminea  incursione  nella
                           Media Atropatene. Il legato, ritornato vittorioso alla corte imperiale in An-
                           tiochia, ottenne l’onore del consolato suffetto, da lui rivestito in absentia nel
                           bimestre maggio-giugno del 166, quindi la nomina a governatore di Syria.
                           Pare altamente verosimile che nella seconda metà del 166 Cassio, già con-
                           solare,  venisse  nominato  comes Augusti  di  Vero.  Nel  successivo  decennio
                           tenne la Syria e fu poi investito di una forma di imperium maius sulle pro-
                           vince vicine, diventando il plenipotenziario di Marco per l’Oriente, fino alla
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                           famigerata usurpazione del 175 .



                             28  Vd. supra, nt. 25.
                             29  Assedio di Nisibi: Lucian., Hist. conscr. 15.
                             30  Fronto, Ep. ad Ver. 2.24 (Dausara et Nicephorium et Artaxata); Lucian., Hist. conscr.
                           20, 24, 28 ([Doura] Europos), 29 (Sura). Assedio di Seleucia sul Tigri: Cass. Dio, 71.2.3-4
                           (via Xifilino); HA Ver. 8.1-4; Amm. Marc., 23.6.24.
                             31  Carriera di Cassio: ASTARITA, 1983, p. 28-89.
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