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MARCO AURELIO CON FAUSTINA MINORE NEL CUORE DELL’ANATOLIAa179

                             κατὰ δὲ τὸν αὐτὸν τοῦτον χρόνον μετήλλαξε καὶ ἡ Φαυστῖνα, εἴτε ὑπὸ τῆς
                             ποδάγρας  ἣν  εἶχεν,  εἴτε  ἄλλως,  ἵνα  μὴ  ἐλεγχθῇ  ἐφ’οἷς  πρὸς  τὸν  Κάσσιον
                             συνετέθειτο.

                             In questo medesimo tempo [i.e. all’epoca della rivolta di Avidio Cassio] tra-
                             passò anche Faustina o a causa della gotta di cui soffriva o in un modo diffe-
                             rente,  affinché  non  fosse  riconosciuta  colpevole  per  via  degli  accordi  che
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                             aveva stretto con Cassio  (t.d.A.).
                             Per quel che concerne poi le onorificenze tributate post mortem all’impe-
                           ratrice, si apprende dall’opera dionea che

                             il senato decretò  che nel  tempio  di Venere  e  Roma  fossero  collocate delle
                             statue d’argento in onore di Marco e Faustina e venisse eretto un altare, pres-
                             so il quale tutte le fanciulle vergini che si sposavano in città offrissero sacri-
                             fici insieme ai mariti; inoltre, che una statua d’oro di Faustina fosse sempre
                             portata in teatro su una sedia, ogni qualvolta Marco avesse presenziato come
                             spettatore, e che fosse collocata nello stesso posto d’onore da cui essa aveva
                             guardato gli spettacoli da viva; infine, che intorno a questa si sedessero tutte
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                             le donne più in vista .
                             Per  quanto  attiene  al  terzo  ‘filo’  narrativo,  ossia  quello  concernente  la
                           cattiva reputazione dell’Augusta, Cassio Dione si limita a riferire che Marco
                           «si asteneva, infatti, da ogni comportamento scorretto, né commetteva offe-
                           se, volontariamente o involontariamente; tollerava invece gli errori altrui, in
                           particolare quelli della moglie (τῶν ἄλλων ἁμαρτήματα, καὶ μάλιστα τὰ τῆς
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                           γυναικός), senza mai indagarli o punirli» .
                             Per quel che riguarda infine l’ultimo ma fondamentale aspetto, ovvero quello
                           relativo alla presunta liaison fra l’imperatrice e Avidio Cassio, la posizione ‘col-
                           pevolista’ di Cassio Dione è invece nettissima, poiché l’ἁμάρτημα del ribelle è
                           considerato una diretta conseguenza dell’‘inganno’ di Faustina:

                             tuttavia Cassio commise un grave errore, essendo stato ingannato da Faustina
                             (τοῦτο δὲ δὴ δεινῶς ἥμαρτεν ὑπὸ Φαυστίνης ἀπατηθείς): infatti costei (che
                             era figlia di Antonino Pio), vedendo che il marito era ammalato e aspettando-
                             si che sarebbe morto di lì a poco, temette che, una volta che il potere fosse
                             passato a qualcun altro, data la giovinezza e l’ingenuità di Commodo, si sa-
                             rebbe trovata a vivere esclusa dall’impero; perciò persuase segretamente Cas-
                             sio a disporre le cose in modo tale che, se ad Antonino fosse accaduto qual-
                             cosa,  egli  avrebbe  ottenuto  sia  lei  sia  il  potere  imperiale  (καὶ  ἔπεισε  τὸν


                             13  Cass. Dio, 71.29.1.
                             14  Cass. Dio, 71.31.1-2.
                             15  Cass. Dio, 71.34.3.
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