Page 166 - 3613-495-3 Mecella, Galimberti, Open A
P. 166
164aLAURA MECELLA
Tale linea di tendenza venne ripresa e rafforzata, di lì a poco, in una lette-
ra agli Ateniesi, sotto forma di editto, che se da un lato segnò la riconcilia-
zione con Attico – conseguenza evidente dell’usurpazione di Avidio Cassio
e della necessità di garantirsi la fedeltà del potente magnate in un frangente
così incerto –, dall’altro sancì in senso conservatore l’orientamento di Marco
circa la riorganizzazione sociale e politica della città.
L’epistola, trasmessa da una corposa iscrizione giuntaci purtroppo fram-
mentaria, oltre a varie questioni di carattere giudiziario affronta il tema ca-
55
pitale dei criteri di eligibilità al Πανελλήνιον, all’Areopago e alla βουλή . Il
contesto è principalmente legato all’avanzamento sociale dei figli dei liberti:
alcuni di questi – tra i quali figuravano probabilmente anche membri della
casa di Attico, il padre di Erode – avevano iniziato a reclamare l’ingresso
nell’Areopago, sebbene da alcuni anni esso fosse riservato soltanto a coloro
che avessero potuto dimostrare una condizione libera, in linea paterna, da
almeno tre generazioni. Era stato Marco a fornire queste disposizioni nel
165, quando in una prima lettera indirizzata agli Ateniesi aveva rivendicato,
per l’ammissione al consiglio dell’Areopago, proprio il criterio della
τριγονία (ovvero il completo riscatto dall’origine servile solo dalla terza ge-
nerazione); il provvedimento era stato emanato anche a nome di Lucio Vero,
ma è evidente, sia dall’uso verbale della prima persona singolare (l. 59:
ἐπειράθην), sia dal rammarico con cui viene rievocato nel testo del 174/5,
56
che esso rispondeva prioritariamente alle convinzioni del senior Augustus .
Che tuttavia il tentativo si fosse rivelato vano lo dimostrano diversi casi di
fortunati avanzamenti sociali non solo tra i discendenti degli affrancati, ma
persino tra coloro che per primi, nell’ambito della propria famiglia, avevano
57
ottenuto la manomissione .
Nel 174/5, l’imperatore si trovò dunque costretto a retrocedere in parte
dalle proprie posizioni, espellendo soltanto i liberti e consentendo la riam-
missione di coloro che erano stati destituiti a causa della regola precedente-
mente imposta (compresi i figli dei liberti stessi); venivano inoltre ammessi
al prestigioso consesso, da questo momento in poi, i nati da madre e padre
liberi, senza vincoli sugli altri ascendenti. Solo per gli Areopagiti eletti al
la cui posizione sarebbe uscita assai rafforzata dal processo: ma vd. le considerazioni svolte
2
infra); TOBIN, 1997, p. 1-3, 36-40, 285-294; BIRLEY, 2000 , p. 180-181; ROSSIGNOL, 2020, p.
367-371. Una lettura diversa della vicenda, del soggiorno ateniese di Marco (infra) e del rap-
porto tra questi ed Erode Attico è fornita nel contributo di G. Arena nel presente volume.
55 EM 13366, su cui vd. OLIVER, 1970, p. 1-65 e OLIVER, 1989, n. 184, p. 366-388;
KENNELL, 1997 (pur con alcuni punti di dissenso nei confronti dei suoi predecessori);
ROSSIGNOL, 2020, p. 371-383. Per la ricostruzione del testo epigrafico cfr. anche JONES, 1971
e FOLLET, 1979.
56 OLIVER, 1989, n. 173, p. 355-357, di cui seguo l’interpretazione.
57 BASLEZ, 1989, p. 32.