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                In questo senso appare particolarmente pertinente la proposta teorica offerta
             da Amartya Sen. Secondo la sua riflessione, si tratta infatti di concepire la
             giustizia a partire dal carattere dell’incompletezza. Si tratta, in particolare, di
             un’incom pletezza che non determina una impasse, una inconcludenza, ma che
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             assume un valore esplorativo ed assertivo , presentandosi come «incomple -
             tezza equili brata», e dando corpo e sostanza a  una giustizia  possibile 155 .
             L’incomple tezza segnala dunque la non definitività della rappresentazione del
             giusto, rivelandosi come un carattere radicale, in un duplice senso: é radicale
             poiché in essa si radicano le possibili definizioni del giusto; ed è ugualmente
             radicale, poiché non ammette la possibilità del suo superamento, poiché
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             permane indefettibilmente come tale .
                La giustizia incompleta (e inesauribile) è cosi sottratta dall’alveo di uno
             spazio teorico dove, come una entità puramente nominale, potrebbe darsi
             secondo termini assoluti e definitivi; questa idea di giustizia incompleta sostanzia
             piuttosto una rappresentazione del giusto adesa alla realtà, capace cioè di rispon -
             dere al reale e dargli forma. Così pensata, essa diviene un percorso che non si
             dà mai nella forma del compiuto, rimanendo invece un compimento, un obiettivo
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             da raggiungere, cui asintoticamente ci si rivolge : un compimento che segna il
             passaggio da una giustizia trascendente a una giustizia concretamente possibile.
                In questo quadro possono allora trovare allocazione le strategie volte alla
             rea liz zazione di un mondo sostenibile, esplicando pienamente le loro poten -
             zialità trasformative e la loro aderenza alle condizioni del reale. Uno dei tratti
             in dubbiamente essenziali del concetto di sostenibilità è infatti rintracciabile
             proprio nella sua capacità dispositiva nel reale: più precisamente, la sostenibilità





             del dibattito ancora in corso; si vedano in tal senso, L. Ferrajoli, Diritti fonda mentali.
             Un dibattito teorico, Laterza, Roma-Bari, 2008; G. Zaccaria, Postdiritto. Nuove fonti,
             nuove categorie, Il Mulino, Bologna, 2022.
                154  Secondo la riflessione di Sen, L’idea di giustizia, cit., p. 119, l’incompletezza
             «esplorativa può derivare da difficoltà operative, anziché da una situazione di stallo sul
             piano dei concetti e delle valutazioni. I problemi operativi possono essere connessi con
             carenze conoscitive, complessità di calcolo o altre barriere pratiche nella sfera
             applicativa. (…) nel caso dell’incompletezza assertiva, invece, il carattere parziale della
             soluzione è parte integrante delle conclusioni proposte dalla teoria, anche se questa
             resta comunque aperta al riesame e all’approfondimento».
                155  Cfr. A. Sen, “The importance of incompleteness”, in International Journal of
             Economic Theory, 2018, p. 14.
                156  Così nel mio saggio “La possibilità della giustizia”, in Teoria e critica della regola -
             zione sociale, 2022.
                157  Si riprendono qui alcune considerazioni presentate in M. Borrello, P. Nerhot,
             Manuale di filosofia del diritto, Giappichelli, Torino, 2012, p. 293.
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