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GOVERNARE L’IMPERO IN VILLA: DOMIZIANO, L’ALBANUM E LA CORTEa89

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                           o nel consiglio, e non le iniziative delatorie, ad avere conseguenze mortali .
                           A  causa  delle  delazioni  e  delle  sententiae  furono  condannati  a  morte  Q.
                           Iunius Arulenus Rusticus, che era stato console suffetto l’anno precedente,
                           Herennius Senecio, Helvidius Priscus Minor, che era stato console all’inizio
                           del principato domizianeo, e all’esilio Arria moglie di Thrasea Paetus, Fan-
                           nia moglie di Helvidius Priscus Maior e figlia di Fannia, Verulana Gratilla,
                           figlia  del  legato  corbuloniano  L. Verulanus Severus e  moglie o amante  di
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                           Arulenus Rusticus, e Iunius Mauricus, fratello di Arulenus Rusticus . La fra-
                           se  di  Tacito  può  essere  considerata  un’ulteriore  attestazione  dello  svolgi-
                           mento nella residenza albana della normale vita di corte, scandita da diversi
                           momenti  e  attività  (ricevimenti  nel  cubiculum,  udienze,  passeggiate,  ban-
                           chetti, battute di caccia) in cui Domiziano poteva ricevere informazioni dai
                           suoi delatori, sulla cui base decideva per processi e condanne, riunendo an-
                           che il consilium per discuterne. Abbiamo già notato la presenza di Catullus
                           Messalinus nell’Albanum in occasione della riunione del consiglio imperiale
                           per la cottura del rombo.



                           3. Gli spettacoli nell’Albanum


                             Un’ulteriore riflessione meritano gli spettacoli che Domiziano organizza-
                           va e offriva nella villa. Il poeta Papinio Stazio nelle Silvae cita l’Albanum in
                           connessione con i giochi che l’imperatore vi organizzava, in particolare con
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                           la sua vittoria negli agoni poetici . Questi giochi sono l’attività più nota cui
                           Domiziano si dedicava quando era nella residenza e sono menzionati da Cas-
                           sio Dione che li chiama Panathenaea e da Svetonio che li denomina Quin-
                           quatria Minervae, allestiti ogni anno e costituiti da venationes, ludi scaenici,
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                           oratorum ac poetarum certamina . La presenza di Stazio come partecipante,

                             82  Plin., Ep. 4.22.6; JONES, 1979, p. 36, 119.
                             83  Suet., Dom. 10.5-6; Plin., Ep. 3.11.1-3; Tac., Agr. 2.1; Cass. Dio, 67.13.2-3. ROGERS,
                           1960,  p.  19-23  propende  per  un’accusa  di  tradimento  e  cospirazione  contro  l’imperatore;
                           analoghe le posizioni di PLEKET, 1961, p. 298; WATERS, 1964, p. 73; BAUMAN, 1974, p. 159-
                           169, ritiene possibile un processo per diffamazione; cfr. anche JONES, 1979, p. 40-45, e JONES,
                           1992, p. 122-123; SYME, 1983, p. 123-127; RUTLEDGE, 2001, p. 135; GRIFFIN, 2000, p. 66-69,
                           è incline a un reato d’opinione.
                             84  Stat., Silv. 3.5.28-31; 4.2.64 s.
                             85  Cass. Dio, 68.1.2; Suet., Dom. 4. Cfr. DARWALL-SMITH, 1994, p. 156-157. Domiziano
                           del resto riservò particolare attenzione alla politica degli spettacoli durante il suo principato,
                           rivelandosi molto generoso. Di ludi e munera da lui offerti al popolo si può evidenziare la ric-
                           chezza e la varietà: si possono ricordare i giochi quinquennali in onore di Giove Capitolino
                           con competizioni musicali, atletiche ed equestri, in occasione di uno dei quali egli presiedette
                           crepidatus – indossando una toga purpurea di foggia greca e una corona aurea con l’immagine
                           di Giove, Giunone e Minerva (Suet., Dom. 4.4; cfr. VISMARA, 1994, p. 416-417); i Ludi Se-
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