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90aPATRIZIA ARENA
verosimilmente nel teatro, mostra che Domiziano attribuiva grande prestigio
a questi giochi. Del resto il poeta aveva un praedium parvum Albanum, vici-
no alla villa imperiale, per il quale beneficiava dell’erogazione gratuita di
acqua corrente per concessione dell’imperatore, in modo che i suoi soggiorni
diventassero più confortevoli, soprattutto in estate, e i campi circostanti po-
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tessero essere messi a coltura . Nella villa Domiziano costrinse M. Acilius
Glabrio, console nel 91 d.C., a scendere nell’arena per affrontare un leone
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nei ‘giochi giovanili’ . Egli stesso si dedicava alle venationes, colpendo con
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l’arco centinaia di animali selvatici . Giovenale scrive che Acilius Glabrio
dovette esibirsi Albana nudus harena e Cassio Dione allude alle cause della
condanna, ovvero l’invidia del principe per la sua abilità venatoria, di cui
probabilmente aveva avuto occasione di dar prova in altri soggiorni. La con-
danna viene spiegata come un capriccio del tiranno, un perfetto espediente
nell’ottica della vituperatio. Tale esibizione poteva rientrare nelle normali
pratiche di senatori e uomini di corte che coltivavano la stessa passione del
princeps per la caccia e la lotta con le fiere. Acilius, essendo figlio di un
amicus principis, doveva avere una certa familiarità con Domiziano, che gli
consentiva la frequentazione della villa e la condivisione di questi svaghi.
Giovenale in maniera differente fa riferimento a un tentativo di cospirazione
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del giovane . Probabilmente l’esilio del 91 potrebbe avere un qualche colle-
gamento con l’affare di Mettius Pompusianus, mentre la morte nel 95 po-
trebbe essere imputata a un coinvolgimento di Glabrio in un colpo di stato
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dinastico . Come sappiamo, il teatro sulla terrazza superiore della villa po-
teva ospitare circa mille persone e non aveva diversificazione nelle gradinate
per dimensioni; il trono dell’imperatore si trovava nell’orchestra davanti alla
bocca del vomitorio centrale. Siccome gli spettacoli erano uno dei ‘luoghi’
della messinscena della corte e delle relazioni dell’imperatore con il popolo,
sia di Roma sia dell’Italia sia delle province, gli interrogativi che possono
colari; combattimenti di squadroni di fanteria e cavalleria nel Circo nell’89 dopo la campagna
dacica (Suet., Dom. 4.1; Cass. Dio, 67.8.2); munera e venationes durante la notte, con esibi-
zione di nani e Amazzoni (Suet., Dom. 4.1; Cass. Dio, 67.8.3); venationes con esibizione e
scontri di animali esotici (Mart., 14.53; 48.1-2; 51.3; 60.3-4; 104.19-20); naumachie (Suet.,
Dom. 4.1-2; Cass. Dio, 67.8.2). Innumerevoli sono anche gli esempi della sua liberalitas nei
confronti del popolo proprio in occasione degli spettacoli, con sparsiones, missilia, epula,
donativi (Cass. Dio, 4.4-5; Stat., Silv. 1.6; Suet., Dom. 4.5). Non desta meraviglia che abbia
pianificato degli spettacoli impressionanti anche nella cornice della villa albana, coinvolgendo
la popolazione locale.
86 Stat., Silv. 3.1.61-64; 4.5.1-2.
87 Iuv., 4.94-96 e 99-101; Fronto, Ep. 5.37-38; Cass. Dio, 67.14.3.
88 Suet., Dom. 19.
89 Iuv., 4.101-103.
90 Riguardo alle motivazioni della condanna vd. DONDIN-PAYRE, 1994, p. 276-278;
MORELLI, 2014, p. 114-118.