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92aPATRIZIA ARENA

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                           sicurezza dell’imperatore quando si trovava nella villa . Per l’Albanum Do-
                           mitiani la progettazione delle strutture architettoniche, i dipinti, i rilievi sto-
                           rici, le fonti  letterarie  confermano  la  presenza  dei  pretoriani  come  custodi
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                           della sicurezza del princeps nella residenza . Un servizio di guardia doveva
                           garantire l’incolumità del principe anche quando assisteva ai ludi Minervae e
                           il teatro si riempiva di spettatori, ma nessuna traccia di tale servizio proviene
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                           dal teatro .
                             Se non è possibile trarre dalle notizie tradite nella produzione storiografi-
                           ca e poetica conclusioni esaustive riguardo alla composizione della corte iti-
                           nerante che soggiornava nell’Albanum, sulla sua consistenza e sui ruoli spe-
                           cifici svolti dai vari personaggi in ben determinati frangenti, tuttavia appare
                           chiaro che nella residenza albana si riproducevano relazioni, contrapposizio-
                           ni, meccanismi e giochi di potere analoghi a quelli abituali nell’aula romana
                           e vi vigeva un analogo cerimoniale.




                             94  DI GIACOMO, 2017 a, p. 140-141.
                             95  Suet., Dom. 19;  VON HESBERG, 2009, p. 333; RICCI, 2021, p. 129-130. Da uno degli
                           ambienti privati dell’Albanum proviene un rilievo frammentario che rappresenta Domiziano
                           come sacerdos pius in atto di sacrificare e accanto a lui, con lo sguardo rivolto verso lo spet-
                           tatore, un soldato armato, forse un ufficiale. È impossibile dire se effettivamente si volesse
                           alludere a un corpo di guardia o piuttosto a un messaggio simbolico o addirittura a un richia-
                           mo mitico; è certo tuttavia che nel soldato non è possibile distinguere elementi che alludano a
                           un corpo militare specifico: LIVERANI, 1989, p. 18, n. 2-3: VON HESBERG, 2001, p. 245-253;
                           RICCI, 2004, p. 102-103. M. Durry dà per certo lo svolgimento di un servizio di guardia alle
                           ville  imperiali  da  parte  dei  pretoriani  e  cita  documenti  provenienti  da  varie  località  come
                           esempi di servizi occasionali di accompagnamento da parte di questi soldati: DURRY, 1938, p.
                           59, 276, 278 s., anche se le attestazioni letterarie  da lui  riportate  si  riferiscono prevalente-
                           mente all’età giulio-claudia.
                             96  Cass. Dio, 67.1-2; Suet., Dom. 4.4; Iuv., 4.99. C. Ricci evidenzia la presenza di iscri-
                           zioni posteriori che commemorano non legionari, ma soldati appartenenti ad altri corpi, preci-
                           samente equites singulares Augusti e pretoriani, quantunque si tratti di testimonianze troppo
                           sporadiche per formulare ipotesi attendibili circa il motivo della presenza dei soldati e in par-
                           ticolare  su  un  loro  coinvolgimento  nel  corso  della  frequentazione  imperiale  dell’Albanum:
                           RICCI,  2004,  p.  324  s.  Un’iscrizione  commemora  l’eques singularis Augusti  T. Flavius
                           Qui<n>tinus, incisa su una lastra sepolcrale e probabilmente del II sec. d.C., dunque antece-
                           dente all’installazione in loco  della  legio II Parthica  da  parte  di  Settimio  Severo;  secondo
                           M.P. Speidel la sua presenza nell’ager Albanus sarebbe da riconnettere proprio all’Albanum
                           domizianeo: SPEIDEL, 1994, p. 363 nt. 676, p. 365-366 nt. 680-681. Claudius Maximus invece
                           viene sepolto da heredes non meglio individuati in un sarcofago che proviene dalla stessa area
                           e presenta le caratteristiche di quelli del sepolcreto della II Parthica. Altre due iscrizioni di III
                           secolo menzionano pretoriani. Va però ribadito che i due equites singulares sono commemo-
                           rati da eredi e non da parenti e che la prima è anteriore all’installazione della legione partica.
                           Inoltre sia la presenza dei due pretoriani (difficilmente riconducibile a un’origine locale, sulla
                           base dell’epoca di appartenenza e dell’onomastica straniera) sia quella dei due equites singu-
                           lares potrebbero essere indizio del fatto che, senza approfittare della presenza in situ dei le-
                           gionari, gli imperatori abbiano continuato a valersi di soldati urbani.
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