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218aALISTER FILIPPINI
Non sembra casuale che tale notazione sugli oppositori interni al senato
segua direttamente, nella HA, la descrizione del rapporto sinergico tra Marco
e i suoi confidenti e collaboratori più intimi (amici):
prima di prendere qualsiasi provvedimento tanto in campo militare che civile,
[Marco] si consultava sempre con gli optimates. In breve, il suo pensiero
fondamentale fu sempre questo: ‘È più giusto che io segua i consigli di tanti e
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tali amici, che tanti e tali amici debbano seguire la volontà di me solo’ .
Il monarca-filosofo rifletteva sull’equilibrio instabile tra la volontà (imperati-
va) del princeps e i saggi consigli politici dei suoi amici. Nel termine optimates
pare di intravedere quei senatori più anziani, di rango consolare, che non sol-
tanto godevano di maggiore prestigio in senato, ma erano stati prescelti per co-
stituire un ‘cerchio magico’ intorno all’imperatore. Costoro erano definiti amici
Caesaris nel senso di un vero e proprio riconoscimento ufficiale, di cui si trova
talora riscontro a livello epigrafico. A seconda delle occasioni contingenti, questi
senatori furono insigniti anche del titolo di comes Augusti, quando fecero parte
del comitatus durante i viaggi imperiali (e le expeditiones militari). Alcuni co-
mites svolsero ruoli apicali all’interno dello stato maggiore, nel senso di una ef-
fettiva conduzione delle truppe, quali comandanti generali d’armata, sovraordi-
nati ai governatori provinciali e ai legati delle singole legioni; di tale ruolo si
trova eco nella duplice dicitura di comes et legatus Augusti, che compare in al-
cune iscrizioni. Talora i comites divennero anche governatori (praesides, nella
fattispecie legati Augusti pro praetore) delle province limitanee (Pannoniae,
Moesia Superior), dove l’imperatore di volta in volta risiedeva. Da questo punto
di vista, risulta utile disegnare un quadro complessivo di quei personaggi che si
trovarono al fianco di Marco (e Lucio) nel governo degli affari di stato.
4. Extra Urbem: Marco, Lucio e i comites imperiali
Nel momento in cui i nuovi imperatori dovettero uscire da Roma per af-
frontare le durissime necessità della politica estera, i consiglieri politici e
militari che li affiancarono, prescelti tra i senatori e i cavalieri più eminenti,
rappresentarono l’élite di un’aristocrazia senatorio-equestre, chiamata a
esercitare il governo accanto ai principes. Si elencano di seguito i senatori
membri del comitatus (consolari) e del consilium principis (composto dai
15 HA Marc. 22.3-4: Semper sane cum optimatibus non solum bellicas res sed etiam civi-
les, priusquam faceret aliquid, contulit. Denique sententia illius praecipua semper haec fuit:
‘Aequius est, ut ego tot talium amicorum consilium sequar, quam ut tot tales amici meam
unius voluntatem sequantur’.