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Alister Filippini
Università degli Studi ‘G. d’Annunzio’ di Chieti-Pescara
Marco sul Danubio tra fosforo e miele.
L’imperatore e i suoi comites tra diplomazia,
prassi di governo e arte della guerra *
Premessa. Marco Aurelio sul Danubio: il dilemma tra ‘fosforo e miele’
Nel 1978, con la canzone Stranamore, Roberto Vecchioni rievocava il
personaggio dell’imperatore-filosofo per esprimere un dilemma, un contrasto
irrisolto tra il miele dolce della paideia, incarnato da una figura femminile,
che rammenta il valore dell’humanitas al sovrano emblematico dell’impero
‘umanistico’ degli Antonini, e il fosforo amaro della guerra, incarnato dal
1
cinico pragmatismo dei generali . Erano gli anni della Guerra Fredda e del
Dr. Strangelove (S. Kubrick, 1964), contrassegnati dalla rigidità dei blocchi
contrapposti, ma anche da movimenti di protesta antimilitarista, e Marco Au-
relio appariva al cantautore come figura tragica (e forse ambigua) di fronte al
bivio – un problema che resta aperto – tra queste ragioni inconciliabili.
Lo storico può cogliere questa intuizione poetica e riformularla, con
strumenti e metodi propri: in quale misura la formazione filosofica
dell’imperatore ha influito, concretamente, sul suo agire politico? Come si è
confrontato Marco con i suoi consiglieri e membri dello stato maggiore, nei
momenti di più complessa decisionalità? Quali punti di contatto hanno tro-
vato la presunta ‘logica del filosofo’ e la ‘logica dei generali’ nelle lunghe
guerre danubiane?
Oltre alle fonti antiche, sia letterarie (specialmente quanto rimane delle
opere di due senatori di epoca severiana, Cassio Dione e Mario Massimo,
quest’ultimo inteso come principale fonte-guida della Historia Augusta per
* L’Autore ringrazia sentitamente Laura Mecella e Alessandro Galimberti per aver inco-
raggiato e accolto il presente contributo con grande generosità; è altresì grato a Domitilla
Campanile, Gian Luca Gregori e Daniela Motta per varie osservazioni preziose.
1 R. Vecchioni, Stranamore (Pure questo è amore), nell’album Calabuig, stranamore e
altri incidenti (1978): «E l’alba sul Danubio a Marco parve fosforo e miele / e una ragazza
bionda forse gli voleva dire / che l’uomo è grande, l’uomo è vivo, / l’uomo non è guerra; / ma
i generali gli rispondono che l’uomo è vino, / combatte bene e muore meglio / solo quando è
pieno»; cfr. il commento di VECCHIONI, GERMINI, JACHIA, 2021, p. 145-156, in particolare p.
2
151-152 su Marco Aurelio. Impero ‘umanistico’ degli Antonini: MAZZARINO, 1962 , p. 316.