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108aALESSANDRO GALIMBERTI

                           IIII Scythica rimase in Armenia sino alla primavera del 116, quando fu in-
                           nalzata una fortezza di pietra ad Artaxata; un quarto contingente – che aveva
                           tra  i  suoi  molto  probabilmente  il  giovane  Arriano  –  avanzò  sin  oltre
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                           l’Armenia, in corrispondenza del passo di Dariel . Alla fine del 114 il pos-
                           sesso dell’Armenia era stato consolidato, le valli e i fiumi principali erano
                           sotto controllo e ogni resistenza era stata isolata da Lusio Quieto e Bruttio
                           Presente. Mentre i suoi generali sottomettevano la regione, Traiano rimase
                           ad Elegeia, ricevendo l’omaggio dei satrapi locali e dei re minori. Da Arria-
                           no apprendiamo che allora Traiano designò re di Apsilae un certo Giuliano e
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                           diede un re agli Albani ; anche i re di altre tre tribù (Lazi, Abasci e Sanigae)
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                           ricevettero la loro investitura da Roma . Sembra che gli Iberi avessero for-
                           nito a Traiano anche un contingente di soldati, come un certo Amazaspos,
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                           nipote del re, fece l’anno seguente , combattendo al fianco di Traiano: le
                           tribù del litorale eussino furono dunque al centro delle attenzioni di Roma,
                           sebbene alcune erano già regni clienti sin dal tempo di  Pompeo.  Con  una
                           parte di loro si stabilirono accordi formali che prevedevano, in determinati
                           casi, anche l’invio di truppe per lavori e nuove costruzioni, e si formò una
                           rete di fortezze permanenti nel Caucaso interno.
                             In ragione di tutto ciò, nell’estate del 114 il senato votò a Traiano il titolo
                           di Optimus, che l’imperatore adottò formalmente nella sua titolatura e che
                           «molto più di qualsiasi altro lo rendeva veramente fiero, poiché si riferiva
                                                                     27
                           più alle sue qualità morali che a quelle militari» .
                             Secondo Dione, sempre nel 114, Traiano si impadronì di Batnae in Ante-
                           musia e Nisibi in Mesopotamia, e gli fu quindi conferito il titolo di Parthicus,
                           prima di conquistare anche Edessa, capitale dell’Osroene: tuttavia,  alla luce
                           dei Fasti Ostienses (che datano al 115 e non al 114 le vittorie in Mesopotamia
                           e l’assunzione di Parthicus) è molto probabile che i successi di Traiano ap-
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                           partengano al 115  e che dunque Traiano abbia trascorso l’inverno 114-115
                           tra  Elegeia  e  Artaxata.  Infatti,  nella  tarda  primavera  del  115  troviamo
                           l’imperatore impegnato a valicare con le truppe il Tauro centrale per conso-



                             23  Arr., Parth. 5; 85; 87. STADTER, 1980, p. 143.
                             24  Arr., Peripl. 2.2-3.
                             25  Cfr. Cass. Dio, 68.18.3 b: «Dopo aver conquistato l’intero territorio degli Armeni e do-
                           po aver soggiogato molti re, alcuni considerati amici per la loro spontanea sottomissione, altri
                           comunque ricondotti all’obbedienza, malgrado la loro resistenza, il senato decretò [a Traiano]
                           molti altri onori, tra i quali il titolo di Optimus, ‘il Migliore’»; Eutr., 8.3: Albanis regem dedit.
                           Hiberorum regem et Sauromatarum et Bosphoranorum et Arabum et Osdroenorum et Col-
                           chorum in fidem accepit.
                             26  IG XIV.1374.
                             27  Cass. Dio, 68.23.2.
                             28  Pesa il fatto che Dione (via Xifilino) non riporti alcunché sotto il 115. Cfr. BENNETT,
                           1997, p. 198.
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