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DA ANTIOCHIA A ELEGEIA. TRAIANO, I PARTI E IL GOVERNO DELL’IMPERO EXTRA URBEMa109
lidare i territori tra l’Eufrate e l’alto corso del Tigri. L’alta Mesopotamia fu
dunque annessa: Lusio Quieto, dopo aver vinto i Mardi, proseguì verso sud
sino all’Adiabene, dove sconfisse re Mebarsape, e quindi avanzò nella Me-
sopotamia orientale; Traiano, nel frattempo, aveva costeggiato l’Osroene ri-
ducendo in suo possesso la parte occidentale della regione e in particolare
Batnae, per punire il re Sporace reo di non avere in precedenza offerto la sua
fedeltà a Roma, e subito dopo fu occupata Nisibi. All’Osroene di re Abgar
VII fu concesso lo status di regno autonomo, dal momento che Arbande, fi-
glio di Abgar, si era prestato ad omaggiare Traiano, facendo in tal modo
ammenda di quanto aveva omesso di fare l’anno precedente: «il figlio infatti
fu uno straordinario strumento di intercessione e da allora divenne amico di
Traiano, che intrattenne invitandolo ad un banchetto durante il quale fece
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esibire il figlio in una caratteristica danza barbarica» .
A questo punto anche Manno, re degli Arabi Sceniti, resosi conto delle in-
tenzioni di Traiano (anch’egli non si era fatto vivo all’arrivo dell’imperatore
ad Antiochia nel 114), gli inviò messi di pace. Quest’atteggiamento fu visto
con sospetto, dal momento che Traiano ben sapeva che egli aveva inviato
truppe a sostegno di Mebarsape impegnato contro Lusio Quieto.
Un altro legato andò da Traiano da parte di Manisaro, re della Gordiene,
che aveva fatto anche più di un pensiero sul trono partico (era di stirpe Arsa-
cide), poiché era ora attaccato da Osroe, il quale aveva proposto a Traiano di
unirsi a lui contro il comune nemico e in cambio del quale Osroe avrebbe
ceduto a Roma le zone dell’Armenia e della Mesopotamia già conquistate
dai sostenitori del re dei Parti. Traiano, tuttavia, si rifiutò di negoziare sia
con Manno sia con Manisaro, finché non si presentarono al suo cospetto, co-
sa che avevano sempre promesso di fare ma non avevano mai compiuto;
quindi si allontanò per unirsi a Lusio Quieto in Adiabene, avendo stabilito
che si sarebbe incontrato lì con Manno e Manisaro. L’esito di quest’incontro
fu eccellente per Roma: Lusio occupò pacificamente la città di Singara degli
Sceniti ed altri centri minori e soprattutto – molto probabilmente – Dura Eu-
ropos, completando in questo modo l’occupazione della Mesopotamia.
Il 21 febbraio 116 il senato ricevette una lettera di Traiano che annuncia-
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va l’annessione del territorio partico , che sarebbe andato a formare le due
nuove province dell’Armenia e della Mesopotamia: a Traiano fu dunque
votato il titolo di Parthicus e in aggiunta furono votate supplicationes e ce-
lebrati trenta ludi in suo onore tra il 26 e il 28 febbraio.
29 Cass. Dio, 68.21.3; Arr., Parth. 42-48. Stando a Dione (68.21) Traiano aveva incontrato
Arbande in una precedente occasione – forse come membro dell’ambasceria osroena del 114 ad
Antiochia – e si era innamorato di lui, stante la passione dell’imperatore per i giovani fanciulli.
30 SMALLWOOD, 1966, n. 23, p. 9-12.