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DA ANTIOCHIA A ELEGEIA. TRAIANO, I PARTI E IL GOVERNO DELL’IMPERO EXTRA URBEMa105

                           una campagna. In terzo luogo, avvenne la divinizzazione del padre di Traia-
                           no, uno dei pochi generali che aveva ricevuto onori trionfali per una campa-
                           gna in Oriente. Ora, ciò che è importante segnalare è che tutto questo avven-
                           ne almeno due anni prima dell’inizio delle ostilità, che spettano all’estate del
                           114, dopo che i Parti per ben due volte avevano tentato di offrire una solu-
                           zione  diplomatica  alle  tensioni  in  essere:  ciò  peraltro  confermerebbe  che
                           Traiano iniziò a pensare alla guerra almeno sin dal 111, in attesa che gli si
                           presentasse il casus belli più propizio. Ciò puntualmente avvenne nell’ultima
                           parte del 113 con la questione del trono di Armenia, nel 113 peraltro Traiano
                           dedicò  la  famosa  Colonna  che  immortalava  le  imprese  daciche,  nonché  il
                           nuovo restauro del Tempio di Venere.
                             Da Arriano apprendiamo che Traiano lasciò Roma nell’autunno del 113,
                                                                                       12
                           forse scegliendo come data della profectio il giorno della sua adoptio . Dione
                           ci informa del fatto che l’imperatore per raggiungere Antiochia passò da Ate-
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                           ne : Traiano, dunque, molto probabilmente, dopo aver lasciato Roma percorse
                           l’Appia e la via Traiana sino a Brindisi e poi salpò per Corinto per raggiungere
                           Atene. Al suo arrivo ricevette un’ambasceria del re dei Parti Osroe

                             che domandava pace e offriva doni. Infatti, quando apprese della sua spedi-
                             zione, [Osroe] cadde in preda al panico, anche perché [Traiano] confermava
                             le minacce con i fatti; deposto l’orgoglio, egli inviò un’ambasceria a suppli-
                             care di non muovere guerra, e chiese che l’Armenia venisse data a Partamasi-
                             ri, anch’egli figlio di Pacoro, e, inoltre, di consegnargli il diadema; egli, così
                             sosteneva,  aveva  deposto  Exedare,  poiché  non  soddisfaceva  i  Romani  e
                             nemmeno i Parti. [Traiano] non  accettò  i doni né rispose o  scrisse altro, a
                             parte  una  battuta:  ‘l’amicizia  si  valuta  a  fatti,  non  a  parole’,  e  perciò,  una
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                             volta giunto in Siria avrebbe fatto tutto ciò che era opportuno .
                             Per  risolvere  la  questione  fu  dunque  proposto  che  Traiano  incoronasse
                           Partamasiri re d’Armenia (secondo il dispositivo vigente a partire da Nero-
                           ne), ma l’imperatore fu sordo ad ogni proposta, rifiutando qualsiasi discus-
                           sione nonché alcuno dei doni offerti da Osroe.
                             La tappa successiva della marcia di Traiano fu l’attraversamento del mar
                           Egeo e l’approdo sulle coste dell’Asia fino a raggiungere Efeso; di qui co-
                           steggiò via mare le città costiere dell’Asia minore fino a Seleucia di Pieria,
                           vale  a  dire  lo  sbarco  per  Antiochia.  Adriano  era  presente  per  accoglierlo
                           quando  Traiano  giunse  alla  fine  di  dicembre  del  113.  Insieme  ascesero  al
                           monte Casio, dove  l’imperatore  dedicò  spoglie  della  guerra  dacica  a  Zeus
                           con  la  preghiera  di  un  intervento  divino  a  lui  favorevole  per  l’imminente

                             12  Arr., Parth. 32.
                             13  Cass. Dio, 68.17.2.
                             14  Cass. Dio, 68.17.3.
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