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106aALESSANDRO GALIMBERTI
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campagna; finalmente Traiano entrò ad Antiochia il 7 gennaio 114 . Adria-
no ad Antiochia aveva già radunato le legioni: la X Fretensis da Gerusalem-
me, la III Cyrenaica da Bostra, la III Gallica da Raphanea (nel sud della Si-
ria). Traiano rimase in città probabilmente sino all’inizio di aprile poiché i
passi a nord dell’Armenia erano ancora bloccati dalla neve.
Antiochia, di fatto, era in quel momento la capitale dell’impero: basta
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scorrere le pagine di Giovanni Malala per rendersene conto . Tra le altre co-
se Traiano entrò in trattative diplomatiche con i regni confinanti coi Parti.
Dapprima ricevette la delegazione di Abgar, re di Osroene – il quale si guar-
dò bene dal presentarsi di persona – che recava con sé doni e un messaggio
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di amicizia con la speranza di guadagnarsi la neutralità . Altre ambascerie
vennero da Manno, re degli Arabi Sceniti e da Sporace, re del vicino regno
di Antemusia. Una quarta ambasceria fu inviata (nuovamente) da Osroe per
ascoltare la decisione di Traiano, il quale alzò la posta: dichiarò che i termini
proposti da Osroe erano del tutto insoddisfacenti e che dunque li rifiutava
perentoriamente. Poco dopo trasferì le truppe a Satala e lasciò ad Adriano il
compito di amministrare logisticamente e strategicamente l’importante pro-
vincia di Siria. Probabilmente Traiano raggiunse Satala in due tappe, sostando
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a Melitene : pertanto la prima tappa sulla via per Beroa fu la fortezza di
Zeugma, quartier generale della IV Scythica. Da Zeugma raggiunse Samosata,
la base della VI Ferrata; attraversò quindi la riva sinistra dell’Eufrate sino alla
fortezza di Melitene, fondata da Vespasiano per sorvegliare l’attraversamento
del fiume e controllare le vie commerciali tra l’Armenia e la Cilicia e ora forti-
ficata dalla XII Fulminata, a cui Traiano concesse il rango di municipium.
Qui Traiano ricevette una lettera di Partamasiri, il quale riconosceva il
fatto compiuto della sua nomina a re d’Armenia e dunque dichiarava che ora
avrebbe desiderato presentarsi al cospetto dell’imperatore per essere for-
malmente incoronato da lui. Traiano considerò la lettera troppo perentoria,
poiché Partamasiri si era permesso di riferire a se stesso il titolo di re
d’Armenia, e dunque preferì non rispondere. Una seconda lettera, dai toni
più concilianti, ometteva il titolo di re e chiedeva che al governatore della
Cappadocia, Marco Giunio Omullo, fossero conferiti i poteri per aprire una
negoziazione in vece di Traiano. L’imperatore, pur non essendo affatto
d’accordo con questa richiesta, diede mandato a Omullo di verificare i ter-
mini offerti da Partamasiri. Nel frattempo, proseguì la sua marcia verso
l’Armenia meridionale, occupando la città di Arsamosata senza incontrare
resistenza; dopo aver nuovamente passato l’Eufrate, raggiunse Satala, il
15 Anth. Pal. 6.332. MICHELOTTO, 1979, p. 324-338.
16 Galimberti in GALIMBERTI, RIZZI, 2020, p. 205-214.
17 Cass. Dio, 68.18.1.
18 BENNETT, 1997, p. 195.