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si debba trascurare l’eventualità che, alla decisione di avviare o accelerare la
realizzazione dei cicli statuari familiari ‘allargati’, ciascuno con caratteristi-
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che sue proprie , possa aver contribuito l’eco della notizia dell’arrivo in
Africa dell’imperatore. Il dossier di Thugga offre dunque, nella nostra pro-
spettiva, un ulteriore motivo d’interesse: potrebbe anche essere indizio (ma
l’ipotesi, sulla base di una testimonianza isolata, è certo azzardata) di
un’ulteriore tappa dell’itinerario di viaggio severiano.
Di tutt’altra natura l’ultimo dossier epigrafico. Numerosi studi degli ulti-
mi decenni hanno acclarato che le iscrizioni di servi o liberti, di addetti alla
cancelleria o agli uffici amministrativi imperiali e quelle di militari del servi-
zio di sicurezza possono costituire segnali eloquenti di una presenza e/o
permanenza imperiale. Quanto all’ultima categoria, nella Cirtense ne siamo
sprovvisti: da qui proviene una sola iscrizione di un pretoriano certamente di
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epoca anteriore ; ma, va detto, neanche a Lepcis, dove certamente Severo si
recò, sono state rinvenute iscrizioni di pretoriani o equites singulares o altri
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corpi di guardia imperiale .
Relativamente nutrito invece il numero degli epitaffi cirtensi di schiavi e
liberti dell’imperatore o di più imperatori, che in qualche caso specificano
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l’incarico rivestito nell’amministrazione imperiale . Già Halfmann, seguito
da Guédon, aveva sottolineato l’interesse di questa categoria di documenti,
come possibile segnale della presenza di uno o più membri della corte.
A Cirta si tratta per lo più di altari funerari, datati tra gli ultimi decenni
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del II e il primo trentennio del III secolo . Uno di essi, rinvenuto in condi-
zioni di reimpiego, ricorda un Amandus Augustorum verna, morto a soli 21
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anni ; mentre su un altare fortemente lacunoso M(arcus) Aurelius Rufus, un
55 Vedi ad esempio quanto osservato da TANTILLO, BIGI, 2010 p. 239-240 e 257 a propo-
sito delle basi lepcitane.
56 ILAlg II.1.781. A questa si aggiunge l’epitaffio ILAlg II.1.779, con analoga datazione
precedente, che in ogni caso, riferendosi a un veterano legionario, ha un significato diverso.
Altre due iscrizioni di pretoriani sembrano ancora più risalenti: ILAlg II.1.778: C(aius) Iulius
C.f. | Rufinus, mil(es) | coh(ortis) VII prae|toriae, [[centuria]] Naev(i?), | v(ixit) a(nnis) XXII,
h(ic) s(itus) e(st); e ILAlg II.1.780 dove compare un Q(uintus) Rusticelius (senza cognome)
della centuria di Vitulus.
57 Ben studiata la serie di dediche lepcitane del centurione delle coorti pretorie Messius
Atticus: a Iulia Augusta, mater Augustorum et castrorum (IRT 408, datata dopo il 198 d.C. da
BRUUN, 1987) e a Geta (IRT 438 e 439, rinvenuta nel foro vecchio; vd. TANTILLO, BIGI, 2010,
p. 299 nt. 221). A queste si aggiunge la fistula urbana, datata al 202 d.C.: CIL XV.7241; EDR
032719, con ampia bibliografia.
58 Discreto il numero di epitaffi di liberti imperiali nella sezione del secondo volume di
ILAlg che raccoglie le iscrizioni del territorio di Cirta: pochi di essi tuttavia sono databili solo
con approssimazione.
59 LASSÈRE, 1973, p. 133.
60 ILAlg II.1.782.