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zione cirtense si avvia verso una prima forma di autonomia . Se oggi è quasi
del tutto abbandonata l’idea del favoritismo di Severo nei confronti delle élites
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africane , è impossibile ignorare che i senatori di Numidia – e in particolare la
gens Claudia di Cirta, dal cui territorio provengono grandi generali e gover-
natori – diedero un forte contributo al trionfo dell’imperatore di Lepcis.
Abbiamo ricordato le (poche) iscrizioni onorarie a singoli membri della
famiglia imperiale datate ad annum: sono solo quattro ma, come detto, van-
no ad aggiungersi ad altre non trascurabili spie epigrafiche, come quella, a
mio avviso di particolare rilievo, del ciclo statuario ‘della memoria dinastica’
che comprendeva, come a Lepcis e forse a Thugga, parenti dell’imperatore e
la prima moglie anch’essa africana.
Anche l’ultimo piccolo gruppo di iscrizioni ‘povere’, gli epitaffi di schiavi
e liberti, è eloquente. Naturalmente non si ha la certezza assoluta che costoro
abbiano fatto parte del seguito dell’imperatore, ma analogamente nulla ci con-
ferma che siano morti, spesso assai giovani, in circostanze e tempi diversi.
C’è poi il dossier dei missilia, cui ho fatto in precedenza riferimento: una
serie di iscrizioni, tutte datate tra la fine del II e i primi decenni del III secolo,
che ricordano le elargizioni compiute da notabili africani. Sono in tutto una
quindicina di iscrizioni, localizzate nell’area settentrionale della Proconsolare,
soprattutto nel territorio di Cirta. Molte di esse sono severiane, anche se il no-
me dell’imperatore (o degli imperatori) non sempre è esplicitamente indicato.
L’epoca e le caratteristiche del fenomeno inducono Claude Briand-Ponsart ad
avanzare ipotesi e domande, una in particolare legata alla casualità o al signifi-
cato da attribuire alla concentrazione geografica di tali documenti.
Non pare prudente tentare di ricostruire nei dettagli l’itinerario di un
viaggio fantasma che tuttavia ha lasciato dietro di sé un numero considere-
vole di tracce sospette: cospicue a Lepcis, significative a Cartagine, Lambae-
sis e Cirta. La testimonianza di un Abascantus ex familia castrensis ex nume-
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ro vestiariorum a Hippo Regius costituisce un indizio allettante, ma troppo
isolato per pensare al florido porto della città come luogo d’imbarco o piut-
tosto di passaggio della corte severiana in viaggio verso Cartagine. E ancora,
l’iscrizione di Thugga, studiata di recente, mostra, una volta di più, le sor-
prese che la documentazione africana riserva: la ricchezza di materiale già
scavato e non ancora analizzato e quello che ancora c’è da scoprire e che
l’Africa generosamente continua a restituire lasciano un ampio margine per
farci sperare in nuove acquisizioni che vengano a sciogliere vecchie riserve,
a dissipare dubbi e a colmare lacune.
70 Si veda in proposito GASCOU, 1981, ricordato da MASTINO, 1999, p. 368.
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Le fonti e la bibliografia al riguardo sono ampiamente riprese e discusse da COR-
DOVANA, 2007 e da BARONI, 2016.
72 Supra, p. 274 e nt. 17.