Vagabondaggi provenzali, III

Il territorio che intendo esplorare in questa terza e ultima fase dei miei vagabondaggi provenzali è forse il più ricco di storia tra quelli esplorati. Un territorio dove forte è stata la presenza Romana, “l’ombra infinita di Cesare”, secondo l’espressione di Lawrence Durrell, al di là dei confini da me stabiliti per la mia trattazione. A ben vedere la Provenza è più un’idea che una entità geografica: “...immensa contrada dai confini incerti, allargati o ristretti dalle guerre e dalle migrazioni”, dice Durrell, “ma la storia ne ha modificato il tracciato, che ha lentamente fluttuato e ristretto fino a diventare quello della Provenza dei nostri giorni”. Ora abbiamo confini amministrativi definiti ai quali ci dobbiamo attenere, sia pure cedendo alla tentazione di debordare, quando proprio non se ne può fare a meno, e vi assicuro che ne è valsa la pena. Il territorio della mia ultima esplorazione, a grandi linee, si può dividere in tre zone dalle caratteristiche ben definite: la pianura che si estende dall’estremità ovest dello stagno di Berre sino al Piccolo Rodano (La Crau, la Camargue); un triangolo rettangolo quasi perfetto contenuto con qualche eccezione tra la Durance a est, il Rodano a ovest e a sud l’autostrada che da Salon-de-Provence porta verso Nimes (Les Alpilles); il territorio a nord-est di Avignone, il Comtat Venaissin, tra Orange e il Mont Ventoux, al centro del quale si trovano le Dentelles di Montmirail.