Una carriera “à rebours”

Dalla metà degli anni trenta alla fine degli anni settanta, Paola Masino ha riversato nelle oltre duemila pagine dei suoi quaderni d’appunti, quasi interamente inediti, il lato in ombra della sua vita e della sua letteratura: prose lirico-filosofiche, spunti per racconti e romanzi, fulminee pièce teatrali, autoritratti, articoli e brevi saggi, annotazioni autobiografiche, note di letteratura e di costume. Vero e proprio scrigno di una scrittrice votata a periodiche riscoperte, ma ancora da esplorare a fondo nella sua originalità di stile e profondità di pensiero, gli undici quaderni neri assumono nel corso degli anni la funzione di archivio, laboratorio creativo, diario in pubblico, confessionale, testimoniando un’ostinata volontà di dire, e di dirsi, che prosegue ben oltre la fine “ufficiale” della produzione narrativa e poetica della Masino. Ma nelle maglie fitte dei taccuini restano impigliati, e fruttuosamente aperti, anche i temi e i problemi cruciali degli studi di genere: il delicato rapporto che lega letteratura e vita, il conflitto non solo politico tra rivendicazione di uguaglianza e consapevolezza della differenza, la negoziazione infinita tra il desiderio di abitare la tradizione letteraria e la necessità di infrangerla. Temi e problemi alla luce dei quali si muove la ricognizione dei quaderni proposta da questo studio, volto a restituire nella sua interezza la complessa “carriera à rebours” di un’autrice che nasce alla letteratura nel segno del padre, ma che continua a scrivere grazie alla lingua della madre.