«Triste cosa è esser donna»

Sku
978-88-3613-481-6
25,00 €

La femminilità degenerata secondo Abel Botelho


Autore: Luigia De Crescenzo
Isbn: 978-88-3613-481-6
Collana: OLHARES / SGUARDI. Culture di lingua portoghese / ISSN 2975-061X
Quick Overview

La femminilità degenerata secondo Abel Botelho

Maggiori Informazioni
ISBN978-88-3613-481-6
Numero in collana02
SottocategoriaIberistica (Letteratura)
CollanaOLHARES / SGUARDI. Culture di lingua portoghese / ISSN 2975-061X
AutoreLuigia De Crescenzo
PagineX-142
Anno2024
In ristampaNo

Osservare la condizione della donna di fine Ottocento attraverso lo sguardo maschile significa esplorare un immaginario culturale iniquamente gerarchico e improntato allo scientismo positivista, in cui i pregiudizi sull’inferiorità fisica e mentale femminile sono postulati dalla scienza prima ancora che raccontati dalla letteratura. Il sapere medico-scientifico è stato, infatti, il grimaldello per decifrare e classificare il plurisecolare enigma della femminilità: mito di un’alterità oscura e inafferrabile, sempre più minacciosa per l’ordine patriarcale di una società che, alle soglie di una nuova epoca, si percepiva in pericolo.
Questo studio si propone di analizzare la rappresentazione della femminilità degenerata attraverso le opere dello scrittore Abel Botelho (1854-1917), uno dei principali interpreti della crisi in cui versava la società portoghese nel conturbato ventennio compreso tra l’Ultimatum britannico del 1890 e la proclamazione della Repubblica; una fase segnata da un’inquieta riflessione sulla decadenza nazionale cui la letteratura naturalista contribuì con la sua analisi dei ‘documenti umani’ soprattutto negli aspetti meno edificanti. Esaminati come esemplari casi di devianza in relazione ai modelli tradizionali, i personaggi femminili dei romanzi, dei racconti e delle opere teatrali di Abel Botelho rivelano tutte le contraddizioni di un sistema di valori morali e culturali per il quale le “donne degenerate” costituivano le vittime e, al tempo stesso, gli agenti di contagio di un’epidemica patologia sociale.

Luigia De Crescenzo insegna Letterature portoghese e brasiliana all’Università Roma Tre. Nell’ambito delle sue ricerche si è occupata della letteratura portoghese naturalista e contemporanea e della letteratura brasiliana del Novecento, con particolare riferimento alla scrittura di donne e alla prospettiva di genere. Ha pubblicato il volume Clarice Lispector. Corpi disciplinati, corpi (dis)obbedienti (2019) ed è autrice di articoli e saggi apparsi su varie riviste scientifiche italiane e internazionali.