ISBN | 978-88-3613-489-2 |
---|---|
Numero in collana | 07 |
Sottocategoria | Letteratura italiana |
Collana | Terre di confine / ISSN 2612-517X |
Autore | Erminio Risso |
Pagine | XVI-176 |
Anno | 2024 |
In ristampa | No |
Il volume si propone di indagare la multiformità del moderno e della modernità, termini dai confini non ben definiti, semanticamente ricchi e densi quanto fluidi, in funzione della nascita del contemporaneo, per mettere a fuoco la forza stessa della contemporaneità. In questo preciso movimento va collocato il percorso di questi saggi, nei quali si guarda ad alcuni intellettuali, cercando di mettere in chiaro la loro posizione nella società. Tale indagine implica naturalmente il far emergere anche il rapporto – per dirla con Adorno – con l’industria culturale: la forte peculiarità degli intellettuali presi in esame è quella di aver firmato testi creativi, cioè – come si dice – finzionali: Goldoni, nodo ineludibile di ogni discorso novecentesco sulla scena, come dimostrano le innumerevoli pagine critiche e prove registiche (non a caso, le regie più celebri, importanti e ardite, da Visconti a Strehler e a Ronconi, fanno parte a pieno titolo della critica goldoniana), Lucini, antimilitarista ante litteram, Foscolo, rivoluzionario e patriota, Pasolini, corsaro e luterano, e Debord, critico della società dello spettacolo, forniscono, in perfetta definizione, l’immagine di aspetti decisivi dell’attuale realtà. È la parola stessa di questi autori a metterci in condizione di parlare di questioni che altrimenti rimarrebbero nell’ombra, poiché qui si gioca, con il letterario, sempre lungo la linea che divide il dicibile e l’indicibile, il detto e il non detto, quello che si può dire e quello che si riesce a dire. Il gioco di rimandi, più o meno occulti o immediatamente scoperti, tra scritture, scrittori e società – come recita il sottotitolo – fornisce il quadro complesso delle dinamiche – per usare la terminologia della tradizione – tra repubblica delle lettere e mercato delle lettere.
In queste pagine seguiamo il cammino che porta all’intellettuale contemporaneo, approdo che naturalmente si accompagna – potremmo persino dire che ne è un prodotto – all’uscita dalle corti, per certi versi grazie al mercato, che svolge contemporaneamente un compito di emancipazione, riscatto e liberazione, in quanto queste nuove figure vivono immerse nella nuova industria culturale e nelle nuove istituzioni culturali, dai giornali agli editori e all’insegnamento, ma dall’altro il mercato crea le condizioni per un feroce dominio. L’intellettuale – lo osserva Edward Said – acquista nello stesso tempo le forme e il ruolo dell’outsider, per il quale è continuamente necessario affinare le armi della critica per comprendere la realtà in forte trasformazione e mutamento, sollecitata da repentine accelerazioni, e incidere sullo stato delle cose presenti.
Erminio Risso (1967) ha conseguito il dottorato in Analisi ed interpretazione dei testi italiani e romanzi presso l’Università di Genova. Consulente editoriale, è attualmente assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università degli Studi di Salerno nell’ambito del Progetto di Rilevante Interesse Nazionale Sanguinetwork: ritratto di un secolo breve. Si occupa di letteratura dall’Ottocento agli anni Duemila (ha scritto su Foscolo, Lucini, Pasolini, Arbasino, Sanguineti e il Living Theatre). Fa parte dei Comitati Scientifici del Centro Studi Interuniversitario Edoardo Sanguineti e della “Biblioteca-Magazzino Sanguineti”. Fra le sue pubblicazioni più recenti Laborintus di Edoardo Sanguineti. Testo e commento (Manni, 2006, nuova edizione 2020), Edoardo Sanguineti alla Comune di Berlino. Il mezzo violento della poesia, dalla guerra fredda agli anni duemila (Edizioni dell’Orso, 2023) e le prefazioni alle nuove edizioni, per Feltrinelli, di Segnalibro (2021), Il gatto lupesco (2021), Capriccio italiano (2021) e Il Giuoco dell’Oca (2023). Di Sanguineti ha curato: Il chierico organico (2000), Ideologia e linguaggio (N.E. 2001), Mikrokosmos (2004, 2021), Cultura e realtà (2010), per Feltrinelli; Atlante del Novecento italiano (2001), per Manni. Sempre per Manni ha curato Living/Reznikov, Quattro spettacoli del Living Theatre (2000), edizione bilingue.