Tra Sette e Ottocento
ISBN | 88-7694-076-6 |
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Numero in collana | 12 |
Collana | Contributi e proposte ISSN 1720-4992 |
Autore | Arnaldo Di Benedetto |
Pagine | 200 |
Anno | 1991 |
In ristampa | No |
Descrizione | Tra Sette e Ottocento |
Premessa • G. BARETTI, Varia fortuna di Giuseppe Baretti nell’Ottocento • Nota su Baretti politico • I. PINDEMONTE, Ippolito Pindemonte nell’Ottantanove • V. ALFIERI, Alfieri e la Rivoluzione francese: alcune puntualizzazioni • Un mito alfieriano: Caino • Uno stilema alfieriano • P. VERRI, Pietro Verri repubblicano: gli ultimi articoli • G. LEOPARDI, «La vita solitaria» o le condizioni della reintegrazione • Minima leopardiana • «Storia del pensiero di Giacomo Leopardi»: Giulio Augusto Levi tra Weininger, Ewald e Leopardi • G. G. BELLI, Antichi e moderni nel «commedione» di Belli • A. MANZONI, Le «osservazioni» sulla Rivoluzione francese di A. Manzoni • Notizia bibliografica
Aspetti della tutt’altro che passiva ricezione ottocentesca di personalità o momenti settecenteschi; il complesso rapporto di continuità, metamorfosi o agonismo – indagato sul filo di temi precisi – tra due secoli non in tutto e non semplicemente "l’un contro l’altro armato": questi i problematici e più generali motivi che caratterizzano il presente volume. Se lo studio d’apertura indaga analiticamente sull’immagine di Baretti qual era riflessa nello specchio del gusto e delle idee del secolo, il XIX, che ne decretò – non senza contrasti – la grandezza, altri trattano delle idee politiche dello stesso Baretti; delle varie reazioni, di fronte alla Rivoluzione francese e alle sue conseguenze, di scrittori e "intellettuali" tra i più significativi del secondo Settecento; del mito alfieriano di Caino; di aspetti dell’eredità settecentesca confluita in poeti fortemente innovativi come Leopardi e Belli; dell’interpretazione manzoniana della Rivoluzione francese; dell’immagine della Grecia moderna sottostante al filellenismo sette e ottocentesco. Del periodo storico in discorso non si offre qui un quadro di completezza, peraltro, inevitabilmente illusoria o giustappositiva, ma una serie di "assaggi" ben più che indicativi.
Arnaldo di Benedetto, nato a Malles Venosta (Bolzano), ha studiato a Milano e a Pisa. Ha insegnato nelle università di Berna, Paris-Sorbonne, Chambéry. E' professore ordinario nell'università di Torino. Tra le sue pubblicazioni: Tasso, minori e minimi a Ferrara (1970; seconda ed.: 1989); Stile e linguaggio (1974); Vittorio Alfieri. Le passioni e il limite (1987); Dante e Manzoni. Studi e letture (1987). Ha curato l'edizione di opere di Della Casa, A. Piccolomini, Cornaro, Alfieri, Manzoni, D'Azeglio, Verga. E' attualmente presidente del Centro nazionale di studi alfieriani.