Spagnoli di tre mondi

La produzione poetica di Juan Ramón Jiménez, Premio Nobel per la Letteratura nel 1956, è considerata tra le più elevate espressioni liriche del ’900 spagnolo. Tuttavia, anche l’opera in prosa offre eccellente testimonianza della sua arte e della sua singolare interpretazione della scrittura letteraria. Questo librillo, come Juan Ramón stesso definisce il suo Spagnoli di tre mondi, presenta un’ampia galleria di ritratti lirici composti tra il 1914 e il 1940. Sessantuno caricature abilmente ancorate a un contesto storico e artistico riconoscibile ma tracciate seguendo l’afflato poetico e il vigore polemico particolarmente vivace nella personalità juanramoniana. Affiorano alla memoria figure di spicco che abitano l’altro mondo, da Rosalía de Castro a Gustavo Adolfo Bécquer a José Martí, così come s’impongono all’attenzione del lettore grandi personaggi a lui coevi, del vecchio e del nuovo mondo, quali Neruda e Lorca, Aleixandre e Guillén, tra i poeti; Manuel de Falla e Enrique Granados, tra i musicisti; Rosales o Palencia, tra i pittori, senza escludere l’ambito della scienza e della filosofia. Interessante scorcio del suo tempo, Spagnoli di tre mondi si propone, per la prima volta in Italia, come testo di grande valore documentario e, allo stesso tempo, come riferimento fondamentale per la comprensione dell’ambiente artistico e culturale, spagnolo e ispanoamericano, della prima metà del Novecento.