ISBN | 978-88-3613-191-4 |
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Numero in collana | 123 |
Collana | Contributi e proposte ISSN 1720-4992 |
Autore | Clara Leri |
Pagine | XIV-122 |
Anno | 2021 |
In ristampa | Sì |
Il Settecento ingenuo e sentimentale proposto da questo volume non è definibile come neoclassico e preromantico, secondo una periodizzazione ormai tramontata, nella sua anacronistica controfattualità, ma alla stregua di un prisma, con le sue rifrazioni multiformi, inspiegabili con il ricorso al modello di una lumière univoca, bensì plurima e complessa, tra le ombre che si aprono nei suoi anfratti, non ancora o solo in parte esplorati. Da Alfieri a Saverio Mattei, da Pietro Chiari a Baretti fino ad Aurelio de’ Giorgi Bertola, nell’affacciarsi di generi letterari diversi si insinua il primordio, più addietro dell’antico classico che convive con la Bibbia e Ossian, ammirati dai primitivisti europei e italiani. Metastasio è l’interlocutore paradigmatico con cui dialogano, in maniera accesa o senza riserve, gli scrittori italiani settecenteschi che si presentano di capitolo in capitolo, configurando nella «grazia ingenua» dell’opera per musica il proprio specchio, come Bertola e Mattei, come Baretti, che aderisce però alla moderna poetica dei melodrammi giocosi, mentre i primi due intuiscono il «cuore di tenebra» che si nasconde nella decantata limpidezza metastasiana. Ed è proprio l’ammiratore ferventissimo del poeta cesareo, il Mattei, a mostrarsi contrario alla metrica delle sue arie poiché essa manca di «filosofia della musica» che dovrebbe essere l’anima moderna delle cantate in cui l’orientalista vuole riscrivere l’ebraico davidico. Quanto alla protagonista del romanzo moderno di Chiari, la «Filosofessa», la sua sensibilità emotiva e inquieta va ben oltre l’archetipo metastasiano che è tradotto in un più moderno vissuto razionale, non senza «l’arguzia» verso l’epopea cavalleresca dell’antieroe cervantino, il Don Chisciotte libresco, tradotto in parodia dallo stesso Baretti. È beninteso Alfieri a mostrare l’avvicinamento più contraddittorio al melodramma metastasiano, che ascolta nella «scabra» chiave dell’anticlassico Pindaro e con la più primitiva, «sublime» tonalità di Davide, imitato nei canti lirici del Saul, ma già presentito nella riflessione estetica della Vita. La perdita dell’antico, nella sua solarità originale, significa all’interno del neoclassicismo problematico alfieriano l’abbandono di un paradigma semplice, ingenuo di natura, che coincide con la sua nostalgica immagine sentimentale, lungo tutto il secondo Settecento. L’ingenuo è il sentimentale, direbbe Szondi, con un apparente paradosso, in cui si possono leggere i diversi volti di un Settecento polare e inquieto, prima che il romantico si sprigioni dalle scintille esplosive della fiammata rivoluzionaria francese, in tutta Europa.
Clara Leri insegna Letteratura Italiana nel Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Torino. Ha pubblicato presso le Edizioni dell’Orso Dalle «Rime» all’«Abele». Alfieri tra lirica e tramelogedia (2008), «La voce dello spiro». Salmi in Italia tra Cinquecento e Settecento (2011), «Luce di Dio». Santi e figure bibliche nella letteratura del Seicento (2014), «Questo strano lunghissimo viaggio». Cristina Campo tra dialogo epistolare e bellezza liturgica (2018). Ha curato un commento degli Inni Sacri di Manzoni (Olschki, 1991). Tra i suoi studi si segnalano inoltre Sull’arpa a dieci corde. Traduzioni letterarie dei Salmi (1641-1780) (Olschki, 1994); Manzoni e la «littérature universelle» (Casa del Manzoni, 2002); «Il sublime dell’ebrea poesia». Bibbia e letteratura nel Settecento italiano (Il Mulino, 2008). Ha partecipato a numerosi convegni di argomento manzoniano dal 1985 a oggi, ai seminari della Fondazione Michele Pellegrino di Torino sulla scrittura religiosa dal Trecento al Novecento, pubblicati in diversi volumi nell’apposita collana del Mulino, a molti congressi di ambito settecentesco, tra cui uno sull’epistolarità fittizia, organizzato dal C.R.E.S. (Centro di Ricerca sugli Epistolari del Settecento, Verona). Collabora alla scuola estiva sui Promessi Sposi a Stresa, promossa da Pierantonio Frare, e al ciclo di letture sui capitoli del medesimo romanzo, organizzato dalle Università Cattolica e Statale di Milano. È nel comitato scientifico del Centro Metamorfosi dei Lumi (Torino), oltre che della «Rivista di studi manzoniani» (Milano).