Questo povero corpo
ISBN | 88-7694-867-8 |
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Numero in collana | 02 |
Collana | Quaderni della Memoria |
Autore | Giuliana Tedeschi |
Pagine | XVIII-134 |
Anno | 2005 |
In ristampa | Sì |
Descrizione | Questo povero corpo |
Questo “libricino, non si può dire un libro, di cui non esistono più copie”, che “si può dire che sia stato del tutto ignorato”, vede ora nuovamente la luce – nella sua veste grafica originaria – a quasi sessant’anni dalla prima pubblicazione (1946). Si tratta di un testo precocissimo (uno dei primi relativi alla deportazione femminile e uno dei primi su Auschwitz-Birkenau) e, nel contempo, di una rarità bibliografica. Il dimostrativo di vicinanza presente nel titolo sottolinea e rimarca la centralità del corpo, trascinando il lettore in una soggettività in qualche modo sottratta alle determinazioni spazio-temporali e storico-politiche. L’espropriazione del corpo, come dato ultimo e però anche fondativo della logica degradante del Lager, è raccontata non con la razionalità del sociologo o del militante ma con l’intensità del vissuto – una delle caratteristiche di base, e originali, del libro.
Giuliana Fiorentino Tedeschi (1914), laureata in glottologia a Milano, viene esclusa dall’insegnamento per effetto delle leggi razziali del 1938. A Torino, dove si era trasferita nel 1939, è arrestata col marito, l’architetto Giorgio Tedeschi, l’8 marzo 1944. Condotta al campo di transito di Fossoli, il 5 aprile è deportata ad Auschwitz con altre 600 persone. Immatricolata a Birkenau, poi trasferita ad Auschwitz I, quindi a Malchow, sarà liberata da russi e francesi durante la marcia di evacuazione. Nel dopoguerra, accanto al lavoro di insegnante e di autrice di numerosi testi scolastici, ha svolto un’intensa attività di testimonianza e di memoria della deportazione. Suo il fortunatissimo libro C’è un punto della terra…Una donna nel Lager di Birkenau (1988).