Politica, estetica e giornalismo. Articoli (1896-1936)
ISBN | 88-7694-601-2 |
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Numero in collana | 08 |
Collana | Biblioteca Mediterranea Testi / ISSN 2612-341X |
Autore | Ramiro de Maeztu |
Curatore | José Luis Bernal Munoz |
Pagine | 316 |
Anno | 2002 |
In ristampa | No |
Descrizione | Politica, estetica e giornalismo. Articoli (1896-1936) |
Figura di spicco della controversa Generazione del '98, il giovane Ramiro de Maeztu condivise la maggior parte delle caratteristiche riconosciute ai suoi compagni del tempo, Azorín e Baroja sopra tutti. Con Unamuno, il vero maestro di quei giovani, condivise, insieme all'amore per la Spagna e per il ruolo che avrebbe dovuto esercitare nel mondo, anche la tormentata funzione dell'intellettuale di inizio secolo, sempre contro corrente e, nella maturità, spesso contraddittoria rispetto alle premesse socialiste e anarchiche. Gettate le basi della Spagna come problema storico, Maeztu tenterà di cogliere gli elementi caratterizzanti del declino della sua compianta terra, dissezionandone il corpo sociale per analizzare difetti, vizi e virtù. Al contrario di Unamuno che, in forma polemica, propendeva per la africanizzazione degli spagnoli, Maeztu, sulla scorta degli insegnamenti di Joaquín Costa, prese posizione in favore di una integrazione realmente europea della sua patria. Così si espresse nel 1912 sulle rivista Nuevo Mundo: "L'Europa non è una cosa. Amarla o odiarla come se lo fosse non ha senso. L'Europa è una strada in vista di una cosa eterna, l'idea che si profila all'orizzonte. Ma non è solo una strada; è la strada. Una strada in attesa che nuove braccia la prolunghino." Non ricordano forse queste parole un compito che gli europeisti tutti non hanno ancora completato?