Percorsi figurativi in terra cuneese

Il cuneese e l'importanza del ruolo storico sempre giocato dalla periferia; l'esistenza, al suo interno, di aree non omogenee; la convivenza di centri di rinnovamento e di stasi; il peso determinante, anche a livello figuratio, delle strade del sale che lo attraversano; il suo tragico depauperamento artistico; s queste realtà viene condotta un'analisi che consente di meglio comprendere l'antica storia sociale e figurativa di questo territorio lungo il corso del XV secolo. La constatazione della presenza di numerosissime opere ad affresco riferibili a questo periodo, e, contemporaneamente, della quasi totale assenza di dipinti su tavola e di arredi mobili, spinge l'Autrice a un'indagine documentaria per campioni, che consente di dimostrare l'esistenza di una realtà antica del tutti inedita e ormai irrimediabilmente mutata. Attraverso l'esame dei documenti viene inoltre evidenziato come questa terra sia stata attraversata da un folto gruppo di artisti piemontesi che, senza fermarvisi definitivamente, scelsero di emigrare, preceduti e sseguiti da altri, di origine locale; furono viaggi senza ritorno, fatti salvi pochissimi casi, e sempre diretti verso la Francia meridionale e la Liguria di ponente: perchè? il libro propone una risposta alla scelta dell'emigrazione e della terra d'approdo. L'indagine svolta, che utilizza una metodologia di ricerca legata a concetti storiografici emersi dai lavori dei medievalisti torinesi, arriva a definire, per il Quattrocento cuneese, una sorta di vero e proprio catasto artistico e fornisce una migliore comprensione di alcuni aspetti della storia sociale del passato.