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Nel Cinquecento, in Francia, all’interno della grande operazione intesa a far rinascere i generi letterari classici, un’attenzione particolare è rivolta a quello che le poetiche antiche consideravano il genere più illustre, la tragedia. Lo sforzo di ricostituzione trova la sua prima espressione nella composizione di traduzioni che hanno anzitutto lo scopo di facilitare l’accesso ai testi antichi originali. Questi volgarizzamenti però, se hanno una finalità didattica di aiuto alla comprensione delle tragedie greche e latine classiche, rappresentano pure un tentativo di creare una lingua tragica e, soprattutto, una metrica che in qualche modo riproponga gli schemi della versificazione greca e latina. Pertanto, sia nel caso dei volgarizzamenti delle tragedie greche come in quelli delle pièces di Seneca, siamo in presenza di lavori interessanti sia sul piano linguistico quanto su quello letterario, documenti di primaria importanza per lo storico della lingua, ma anche per lo storico della letteratura. Per questo, la versione (rielaborazione) anonima dell’Ocatavia pseudo-senecana, antecedente al 1550 e rimasta fino a oggi inedita, merita di essere qui pubblicata e criticamente analizzata.
Elena Aschieri, dottore e assegnista di ricerca in Francesistica, è incaricata dell’insegnamento di Linguistica francese presso l’Università di Torino. Ha studiato in particolare la letteratura del Tournant des Lumières e del primo Romanticismo. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo l’edizione delle Lettere d’amore di Julie de Lespinasse (Palermo, Sellerio, 1997), Lamartine e l’Italia. Aspetti di una fortuna (1820-1848) (Paris, Champion, 2000), l’edizione della Jocaste di Louis-Léon-Félicité de Lauraguais (Vercelli, Mercurio, 2012) e numerosi articoli sul teatro tragico nel tardo Settecento in Francia e sui rapporti tra Romanticismo italiano e francese.