«Ma di paese sono di Carallio»

Vicende di emigrati cuneesi in Francia ricostruite attraverso la loro corrispondenza, con una Nota linguistica di Arturo Genre
Autore: Renata Allio
Isbn: 88-7694-017-0
Collana: Lingua, cultura, territorio / ISSN 2611-3813
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Quick Overview
Vicende di emigrati cuneesi in Francia ricostruite attraverso la loro corrispondenza, con una Nota linguistica di Arturo Genre
«Ma di paese sono di Carallio»
Maggiori Informazioni
ISBN88-7694-017-0
Numero in collana06
CollanaLingua, cultura, territorio / ISSN 2611-3813
AutoreRenata Allio
Pagine208
Anno1986
In ristampaNo
Descrizione«Ma di paese sono di Carallio»
Nell'Ottocento, e fino alla prima guerra mondiale, gli emigrati scrivevano spesso al sindaco de paese per chiedere documenti, per l'espletamento delle pratiche di leva, per avere notizie dei congiunti, per controllare successioni ereditarie aperte in patria. E al sindaco raccontavano brandelli della loro storia. Le 134 lettere di questo volume sono state scritte fra gli ultimi venti anni del secolo scorso e il 1914 da Caragliesi che avevano lasciato il comune. Esse consentono di ricostruire i problemi di una comunità frantumata dai continui esordi. La gente del cuneese ha popolato il sud-est della Francia ed ha dato anche un largo contributo all'emigrazione in Argentina, ma lo ha fatto in silenzio, quasi senza lasciare traccia. Ogni generazione ripercorreva fatalmente, spesso a piedi, le strade dell'emigrazione già note ai padri e ai nonni. La Francia era lì, appena oltre le montagne,a pochi giorni di cammino, e la Francia significava maggiori occasioni di lavoro, speranza di risparmi per poter tornare a quel paese caro e comperare un po' di terra. Queste lettere rivelano esistenze individuali coraggiose,spesso dolenti, talora rassegnate. Il racconto che da esse si dipana, non mediato dalla memoria, è profondamente commovente, ma induce anche alla riflessione, perchè si pone come un involontario atto di denuncia di antichi squilibri, di ingiustizie sociali mai sanate, in quello che è stato, non a torto, definito il profondo Nord.