«Logoi historias»
ISBN | 88-7694-495-8 |
---|---|
Numero in collana | 07 |
Collana | Hellenica / ISSN 1825-3490 |
Autore | Anna Maria Taragna |
Pagine | VI-282 |
Anno | 2000 |
In ristampa | No |
Descrizione | «Logoi historias» |
Introduzione • Le teorie sul Xóyoq storiografico Le indicazioni degli storiografi • Le osservazioni dei retori e dei critici letterari • Una valutazione • Procopio di Cesarea Il rapporto con la tradizione • La strutturazione antilogica • La funzione • Agazia Scolastico Il rapporto con la tradizione • La specificità delle Historiae • La funzione • La specificità deli’Historia universalis • La funzione • Conclusione • Tabelle • Bibliografia • Indice dei passi citati
Per tutto il medioevo greco, come già era avvenuto nell’antichità, lo storico non ebbe il conforto di un’autonoma teoria né di un’apposita formazione professionale: continuò a maturare il suo apprendistato nella lettura dei grandi modelli passati (Tucidide e Polibio sugli altri), dai quali deduceva i fondamenti del proprio “scrivere di storia”. Il suo sforzo principale, dunque, consisteva nell’estrarre dai testi antichi gli elementi tradizionali del genere storiografico, nell’assimilarli e farne opera propria nella propria opera. Ora, nella percezione degli storici bizantini – non poi così lontana, qui, dalla prospettiva moderna – uno dei connotati storiografici più vistosi era quello consacrato dall’autorevole paradigma tucidideo: l’uso di riportare i logoi, la parola dei protagonisti, attraverso l’ampio inserto di discorsi e lettere. Sicché questo connotato entrò precocemente nella maniera bizantina di scrivere storia. Ma la pratica dell’assimilazione e dell’imitazione non è meccanica e indifferenziata, e questo libro conferma una volta di più, a smentire inveterati luoghi comuni, come nulla a Bisanzio sia veramente sovrapersonale, fisso, ripetitivo. L’indagine sui modi in cui, attraverso tre opere fondamentali della prima storiografia alta (le Guerre di Procopio, le Storie di Agazia e la Storia universale di Teofilatto Simocatta), i logoi sono entrati a far parte del sistema letterario, dissolve appunto l’idea di un’astratta mimesi, di un mero canone retorico, e mette in luce la diversa risposta dei singoli scrittori, che muovono da istanze individuali, da concezioni storiografiche e artistiche peculiari, non intercambiabili. Insieme, è un’occasione per ripercorrere testi ed eventi di due secoli cruciali per l’incipiente medioevo bizantino.
Anna Maria Taragna dopo il dottorato di ricerca in bizantinistica si è specializzata all’École des Hautes Études di Parigi. Attualmente è assegnista di ricerca presso l’Università di Torino, dove si occupa di storiografia bizantina e di retorica militare. Con W. Hörandner sta curando un’edizione commentata della Vanità della vita di Giorgio di Pisidia. Collabora con il Centro di studi sul classicismo (S. Gimignano) e la rivista «Medioevo greco».