Libelli antipapali. La «Baccinata» e il «Divorzio celeste»
ISBN | 978-88-6274-291-7 |
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Numero in collana | 12 |
Collana | Manierismo e Barocco / ISSN 1724-8558 |
Autore | Ferrante Pallavicino |
Curatore | Alessandro Metlica |
Pagine | 168 |
Anno | 2011 |
In ristampa | No |
Descrizione | Libelli antipapali. La «Baccinata» e il «Divorzio celeste» |
Letteratura licenziosa e pamphlet libertino • Nota bio-bibliografica • Nota ai testi • La Baccinata overo battarella per le Api Barberine • Il Divorzio celeste cagionato dalle dissolutezze della Sposa romana e consacrato alla simplicità de’ scropolosi cristiani • Indice dei nomi
La tragica vicenda di Ferrante Pallavicino (1615-1644), imprigionato per volere di Urbano VIII e decapitato ad Avignone, non ancora ventinovenne, con l’accusa di lesa maestà umana e divina, appare la chiave di volta di quella letteratura del dissenso, praticata da poligrafi e “avventurieri della penna”, che ha assunto ormai un ruolo di primo piano nella cultura del XVII secolo. Non solo in Italia, nei circoli miscredenti di Venezia, ma in tutta Europa la Baccinata e il Divorzio celeste rappresentarono per i libertini del Seicento degli autentici livres de chevet. Questi scandalosi pamphlets affondavano le proprie radici nella letteratura tardo-rinascimentale d’opposizione, in Sarpi, Aretino e Boccalini, ma proiettavano i loro rami ben oltre, verso Gregorio Leti e Gian Paolo Marana, e di lì verso l’Illuminismo francese. Se in Italia i libelli antipapali di Pallavicino testimoniano di una cultura ostacolata e inespressa, nella coscienza europea il mito dello scrittore ribelle, eletto a simbolo della repressione romana, rimarrà vivo sino al poeta Ferrante Palla, il rivoluzionario della Chartreuse de Parme.
Alessandro Metlica (1985) è dottorando presso il Dipartimento di Italianistica dell’Università degli Studi di Padova. Ha pubblicato saggi sulla nascita del poème en prose, sulle avanguardie francesi di primo Novecento (Bertrand, Apollinaire) e sulla lirica italiana del Cinque e Seicento (Tasso, Marino). Attualmente si occupa della ricezione del barocco italiano alla corte di Vienna, oltre che del genere eroicomico nell’Europa del XVIII secolo.