Premessa • Parte prima: il mercato: I. Figurato e rimosso: il linguaggio del mercato nella trattatistica poetica rinascimentale: 1. L’economia del discorso poetico nell’Apology for Poetry • 2. L’economia del discorso poetico nell’Arte of English Poesie • II. L’immaginario mercantile nella lirica profana di John Donne: dall’elegia The Bracelet ai Songs and Sonets: 1. La dialettica figurata del mercato • 2. La moderna allegoria d’amore • 3. Oltre The Bracelet: l’isotopia mercantile nella successiva produzione donniana • III. John Milton: le rappresentazioni del mercato tra imperialismo e rivoluzione: 1. L’economia mercantile come eccesso: Comus • 2. Il paradigma del mercato nella sfera privata: i Divorce Tracts • 3. Il paradigma del mercato nella sfera pubblica: l’Areopagitica • 4. Il mercato come disegno politico e volonta` di potenza: Paradise Lost • IV. Robinson Crusoe/Foe: dall’economia reale all’economia simbolica, ovvero, per una teoria postcoloniale del lavoro: 1. Robinson Crusoe, ovvero, per una teoria coloniale del lavoro • 2. Foe, ovvero, per una teoria postcoloniale del lavoro • Bibliografia • Indice analitico
Questo volume monografico affronta il tema del rapporto fra letteratura ed economia secondo una prospettiva critica aggiornata che ridefinisce il tradizionale paradigma storicistico applicato agli studi letterari, sintetizzabile nella dicotomia testo/contesto. La letteratura e l’economia sono qui intese quali formazioni discorsive, originatesi nella prima età moderna, che si influenzano reciprocamente all’insegna di una testualità diffusa, nonostante i ripetuti tentativi dell’assiologia tradizionale, a partire da Hume e Kant, di delimitarne rigorosamente i rispettivi ambiti disciplinari. Questo studio vuole evidenziare in particolare le modalità e il significato dell’uso figurato (e non) delle immagini e dei concetti del discorso economico relativi alle categorie del mercato e del lavoro in alcuni esempi della letteratura inglese early modern e, successivamente, postmodern che comprendono generi diversi quali la trattatistica rinascimentale (Sidney, Puttenham), la poesia del primo e secondo Seicento (Donne, Milton), la produzione libellistica della Rivoluzione (ancora Milton), fino alle origini del romanzo borghese (Defoe) e alle sue riscritture postcoloniali (Coetzee). Ciò che emerge dalle soluzioni retoriche adottate, pur nella loro eterogeneità, è la doppia valenza epistemica delle rappresentazioni del mercato e del lavoro, riconducibile a due distinti paradigmi, quello ‘metafisico’ e quello ‘relativista’, che si rivelano funzionali a veicolare visioni del mondo e della letteratura antitetiche, ovvero che si configurano come tali proprio in virtù della produttività discorsiva del linguaggio economico.