ISBN | 978-88-3613-388-8 |
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Numero in collana | 10 |
Sottocategoria | Letteratura greca |
Collana | Minima Philologica Serie Greca / ISSN 2611-5360 |
Autore | Michele Di Bello |
Pagine | X-258 |
Anno | 2023 |
In ristampa | No |
Un tiranno decrepito, una astuta maga, un gruppo di credule fanciulle e un calderone bollente: questi gli ingredienti del mito delle Peliadi, la storia delle figlie del re di Iolco che, nell’illusione di ringiovanire il proprio vecchio padre con un rituale prodigioso, finirono per assassinarlo facendolo a pezzi e mettendolo a bollire. Ad ingannarle fu Medea, la pericolosa maga barbara che prestò all’amato Giasone le sue arti per aiutarlo a vendicarsi del crudele zio Pelia, colpevole di aver usurpato il trono a lui destinato e di averlo spedito in Colchide nella speranza che vi morisse. Questo intrigante mito di vendetta e di magia fu la leggenda scelta da un giovane Euripide per una delle sue opere d’esordio, le Peliadi (455 a.C.), ridotte dalle trafile della tradizione ad una manciata di sedici frammenti. Il presente volume – un’edizione con testo critico, traduzione italiana e commento dei lacerti dell’opera – percorre nell’introduzione tutte le evidenze utili ad un recupero quanto più esteso possibile del deperditum, non trascurando i suoi aspetti mitografici, folklorici e drammaturgici e traendo profitto dall’analisi di fonti di diverso tipo (come la pittura vascolare) nel tentativo di restituire al lettore moderno parte della sua magia originaria.
Michele Di Bello (Potenza, 2001) ha conseguito la laurea triennale in Lettere classiche all’Università degli Studi di Pisa ed è allievo al terzo anno di Corso ordinario della Classe di Lettere e Filosofia (Storia antica e Filologia classica) presso la Scuola Normale Superiore. I suoi studi vertono principalmente sulla tragedia classica frammentaria e sul dramma satiresco.