Le Meraviglie di Rigomer (Les Merveilles de Rigomer)
ISBN | 978-88-6274-467-6 |
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Numero in collana | 116 |
Collana | Studi e ricerche / ISSN 2723-8954 |
Curatore | Margherita Lecco |
Pagine | IV-200 |
Anno | 2013 |
In ristampa | No |
Descrizione | Le Meraviglie di Rigomer (Les Merveilles de Rigomer) |
Introduzione • 1. Fonti folcloriche e fonti letterarie • 2. L’eredità di Chrétien • 3. Motif-Index dei romanzi arturiani • 4. Composizione delle Merveilles de Rigomer • 5. L’Autore nel testo • 6. Struttura della quête • 7. Aventure e merveille • 8. Elementi retorico-stilistici • 9. Le Merveilles de Rigomer e le convenzioni del romanzo arturiano • Nota al Testo • Bibliografia • Antologia delle Merveilles de Rigomer • Note • Indice dei nomi e dei toponimi • Glossario
Con il titolo di Merveilles de Rigomer (di cui si dà qui una scelta antologica) è conosciuto in epoca moderna un romanzo della seconda metà del XIII secolo, uno degli ultimi di materia arturiana. In esso si susseguono le aventures dei cavalieri Lancelot e Gauvain in cerca del castello irlandese di Rigomer, sottomesso ad un malefico incantesimo. Tali avventure, e la composizione strutturale e stilistica del romanzo, sono esemplate nei romanzi arturiani precedenti e coevi, che si proiettano su Merveilles attraverso una fitta serie di corrispondenze intertestuali, ma che da Merveilles sono come annunciate e riflesse. Il romanzo può così essere considerato come un compendio della ‘Grande Tradizione’ arturiana, che si sta avvicinando al proprio esaurimento con opere che, pur carenti per valenza socio-storica e per vigore letterario a fronte dei romanzi del XII - primo XIII secolo, non mancano di finezza né di fascino. In effetti Merveilles aggiunge a un indubbio mestiere alcuni pregi molto personali, in specie una scrittura sottilmente ironica e divertita, innescata dal ripensamento delle convenzioni romanzesche fattesi più che stabili e segnate dall’uso: scrittura della cui complessità, ricchezza di componenti e capacità di modulazione sono stati probabilmente consapevoli anche coloro che hanno assemblato il manoscritto che conserva oggi Merveilles, MS Chantilly Condé 472, forse uno dei mai molti testimoni del romanzo, che lo hanno posto ad inaugurare la silloge romanzesca raccolta di seguito, folta di esemplari significativi (anche Chrétien de Troyes), come esempio di una tecnica e di una maniera molto caratterizzate.
Margherita Lecco insegna Filologia Romanza presso la Scuola di Scienze Umanistiche (Facoltà di Lettere) dell’Università di Genova. Si occupa di letteratura medievale francese e italiana, narrativa e satirica: Saggi sul romanzo del XIII secolo, vol. I e II (edizione di Wistasse le Moine), Alessandria 2003 e 2007; Due Dits del XIV secolo (Dit de la Queue de Renart, Dit de Fauvain), Alessandria 2009.