Le arterie e il sangue della Democrazia
ISBN | 978-88-6274-939-8 |
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Numero in collana | 01 |
Collana | Biblioteca di "Spagna Contemporanea" Nuova serie / ISSN 2612-4939 |
Curatore | Livio Antonielli e Giacomo Demarchi |
Pagine | 180 |
Anno | 2019 |
In ristampa | No |
Descrizione | Le arterie e il sangue della Democrazia |
Le realtà politico-istituzionali italiana e spagnola vissero nel Ventesimo secolo una particolare e complessa relazione. Entrambe furono protagoniste, con la fine della prima guerra mondiale, della crisi del costituzionalismo monarchico e liberale e dell’ascesa al potere, con il beneplacito degli stessi monarchi, di regimi dittatoriali e autoritari a distanza di un anno l’uno dall’altro. Ma se il Fascismo rimase in sella per un ventennio, la dittatura di Primo de Rivera naufragò dopo poco più di sei anni, nell’improbabile tentativo di costituzionalizzarsi. Sulle ceneri di una monarchia ormai compromessa nacque la Seconda Repubblica, uno dei più avanzati cantieri della razionalizzazione del costituzionalismo democratico fra le due grandi guerre mondiali e grande punto di riferimento per i costituenti italiani del 1946, che ben colsero come la fuoriuscita dal primoriverismo nel 1931 e la fragile tenuta del tessuto democratico costituzionale instaurato in Spagna rappresentassero precedenti preziosi, su cui interrogarsi. Com’è noto, la sfida della Seconda Repubblica naufragò con la guerra civile, dopo 5 anni di dura e dialettica messa in pratica del dettato costituzionale del 1931, spalancando le porte al quarantennio franchista. E fu proprio al momento della ordinata fuoriuscita dalla dittatura di Franco, durante la Transición, che si visse una sorta di inversione di ruoli, facendo del modello, della pratica e della cultura costituzionale italiana un elemento di confronto fondamentale per i padri costituenti della nuova democrazia spagnola del 1978. I contributi qui raccolti cercano di interrogarsi, in prospettiva storico-giuridica, sulla sfida teorica e pratica di “llenar con la roja sangre democrática, arrancada de la propria arteria del pueblo” il tessuto istituzionale e sociale di democrazie che, a più livelli e in momenti diversi, dovettero confrontarsi con la dimensione di massa della politica. Una sfida complessa, in cui la fine dello stato monoclasse ebbe le sue basi in regimi dittatoriali che, con tempistiche diverse, cercarono di ridefinire in modo autoritario la teoria e la pratica della cittadinanza.
Livio Antonielli (Monza, 1948) è professore ordinario in Storia delle istituzioni politiche presso il Dipartimento di Studi Storici dell’Università di Milano. Fra i suoi principali interessi di ricerca vi sono le istituzioni dell'Italia napoleonica, l’amministrazione delle acque nel Settecento e nell’età napoleonica; Il Settecento lombardo e le relative istituzioni politiche; La polizia e le forme di controllo del territorio tra Seicento e Ottocento in Europa. Direttore della rivista Società e storia e della collana Stato, esercito e controllo del territorio, ha ricoperto il ruolo di coordinatore nazionale dal 2000 al 2009 di tre PRIN, focalizzati sulle tematiche della storia della polizia e del controllo del territorio. Giacomo Demarchi (Torino, 1983) è RTD-A in Storia delle istituzioni politiche presso il Dipartimento di Studi Storici dell'Università di Milano. Dottore di Ricerca presso le università di Messina e Autónoma di Madrid, i suoi interessi di ricerca si sono concentrati sulla storia costituzionale comparata fra le due guerre mondiali nei contesti spagnolo, italiano e tedesco. Coordinatore della redazione della rivista Spagna contemporanea e membro del consiglio scientifico e di amministrazione dell'Istituto di Studi Storici Gaetano Salvemini di Torino, partecipa al progetto spagnolo DER2014-56291-C3 -1-P Tradizione e costituzione: problemi costitutivi della Spagna contemporanea.